Fine dell’incubo per una 13enne di Villesse.
Un 53enne residente a Villesse è stato arrestato dai Carabinieri della locale Stazione nella mattinata del 16 maggio, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti in danno della figliastra, mentre la moglie, una 32enne di origini straniere e madre naturale della 13enne, è stata deferita in stato di libertà per la stessa ipotesi di reato, in quanto non si sarebbe opposta alle vessazioni subite dalla minore.
Le indagini e i maltrattamenti.
L’indagine ha preso il via grazie ad una segnalazione da parte delle Istituzioni scolastiche che hanno raccolto le confidenze della ragazzina. Avviate le prime urgenti attività di riscontro, i militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Gorizia, hanno posto in essere anche attività di natura tecnica, attraverso cui è stato possibile delineare un quadro di maltrattamenti perpetrato dall’arrestato ai danni della giovanissima, spesso alla presenza anche dei due fratelli minori, nei confronti della quale sono state documentate, con frequenza pressoché quotidiana, violenze sia fisiche che psicologiche.
Oltre a tali soprusi posti in essere dall’indagato, che è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Gorizia, gli accertamenti hanno portato alla luce la gravità e la delicatezza della situazione: la ragazzina veniva anche costretta a pulire quotidianamente la casa, ad occuparsi del bucato e a servire il resto della famiglia a tavola, con la paura di essere svegliata nel cuore della notte, di non poter frequentare la scuola o peggio di dover sottostare ad estenuanti allenamenti in giardino, come una sorta di moderna “Cenerentola”. Il 20 maggio 2024 l’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Gorizia, che ha disposto che la permanenza in carcere dell’indagato.
E’ il primo caso di arresto in flagranza differita in provincia.
L’attività di polizia giudiziaria portata a termine rappresenta il primo caso quantomeno in provincia di applicazione dell’arresto in flagranza differita, introdotto dalla recente legge “Salva Vita” (Legge 24 novembre 2023, n. 168 recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”). L’arresto differito, che deve comunque avvenire entro 48 ore dal fatto, prevede che l’autore del reato venga considerato in stato di flagranza, e possa dunque essere arrestato, anche sulla base di documentazione videofotografica o altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto procedersi.