Si è svolto oggi il quarto raduno del battaglione Alpini Tolmezzo, organizzato a Venzone e a cui ha preso parte la medaglia d’oro al Valor militare Paola Del Din.
“Il raduno di oggi è un tassello ulteriore per comporre la storia che lega in maniera indissolubile le Penne nere e il Friuli – ha commentato l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli – . Un Friuli riconoscente che, grazie agli alpini, nel corso degli anni ha accolto migliaia e migliaia di ragazzi, molti dei quali qui sono rimasti a vivere, a lavorare, a prestare servizio divenendo parte di questa terra. Uno di loro era il caporal maggiore Luca Sanna, che ha perso la vita in una missione in Afghanistan nel 2011: la capacità del battaglione Tolmezzo, dell’Ottavo reggimento e degli alpini, è sempre stata ed è ancora oggi quella di far sentire a casa tutti e fu così anche per il sardo Sanna, accolto nella grande famiglia delle Penne Nere“.
Ringraziando Del Din e il presidente della sezione Ana di Gemona Ivo Del Negro, Zilli ha ricordato come anche la comunità di Lusevera, dove il caporal maggiore viveva con la moglie, aveva potuto conoscere la generosità e la sua disponibilità nel quotidiano e aveva ricambiato con tutto l’affetto nel momento più duro per i familiari.
“Chi compie il proprio dovere in armi, una volta a riposo, nell’attività lavorativa, nei ruoli amministrativi che ricoprono i tanti sindaci presenti qui oggi, ha come elemento fondante il vostro esempio, l’esempio della Julia: questo territorio è fertile perché vive il valore del ricordo, ma anche un senso di appartenenza: noi abbiamo la responsabilità ulteriore di coinvolgere sempre di più la nostra comunità, aprirci ai giovani e insegnare loro questi valori” ha sottolineato Zilli.
Solidarietà, coraggio, generosità, orgoglio, spirito di sacrificio e del dovere, sono beni preziosi che attraverso gli alpini devono essere tramandati ai più giovani “che devono ricordare sempre di essere figli di tutti quei ragazzi, quegli uomini che qui, nei nostri territori, hanno combattuto nelle trincee, tra le montagne, che sono stati nei giorni terribili del terremoto del 1976 al tempo stesso vittime e soccorritori, che nei mesi della pandemia hanno messo a disposizione competenze ed eccellenze per gestire un’emergenza sconosciuta, che richiedeva umanità, pazienza e considerazione“.
Zilli ha concluso il suo intervento evidenziando come la sfida e l’auspicio sia quello che “momenti di ricordo solenne e di riflessione possano cementare ancora di più nelle giovani generazioni i valori incarnati dagli Alpini, permettendo di superare qualsiasi momento di difficoltà”.