Succede alla Cospalat di Valvasone
La Cospalat di Valvasone chiude, ma stavolta non c’entrano caro vita né caro bollette: stavolta c’entra il personale, o meglio la difficoltà a trovarlo. Solo che il negozio ha manifestato questa difficoltà in modo decisamente provocatorio.
Il punto vendita, infatti, ha abbassato da oggi le serrande lasciando un cartello che spiega le motivazioni e che ha fatto decisamente discutere: “Con grande rammarico ci troviamo obbligati a comunicare che a far data dal 2 gennaio 2023 – c’è scritto -, la Cospalat sospende l’attività nello Spaccio di Valvasone per mancanza di personale che abbia un minimo di voglia di lavorare“.
Secondo la Cospalat, infatti, non si riescono a trovare dipendenti perché i pochi candidati che si sono presentati ai colloqui storcono il naso davanti agli orari o al fatto di dover lavorare al sabato o, ancora, perché c’è troppa strada da fare. E il caso ha creato un’accesa polemica, finendo anche sui giornali nazionali e spaccando l’opinione pubblica tra chi crede che spetti al datore di lavoro fare una proposta allettante e chi incolpa il reddito di cittadinanza.
Sul tema è intervenuto lo stesso sindaco di Valvasone Arzene, Markus Maurmair: “Un messaggio molto preoccupante dal punto di vista del rapporto datore di lavoro con i propri dipendenti – ha commentato sul suo canale social -. Bisognerebbe fornire tutte le informazioni del caso (stipendi garantiti, contesto lavorativo adeguato, come le temperature dei locali, e capacità di gestire il personale…) prima di esternare affermazioni così pesanti. Da anni l’attività funziona grazie alla buona volontà delle persone che vi lavorano e che hanno affrontato situazioni molto difficili come due rapine a mano armata. Credo non si meritino una cosa del genere. Non vorrei fosse una sorta di giustificazione per una chiusura preventiva collegata al fatto che nelle vicinanze aprirà un’altra attività similare”.