Trend demografico sempre più negativo per le Valli del Natisone.
Il trend demografico delle Valli del Natisone preoccupa sempre più le istituzioni. Per questo motivo l’obiettivo è quello di trasformare i limiti del passato in opportunità di sviluppo future. E’ questo il messaggio arrivato dagli “stati generali della montagna” – come li ha definiti il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin – convocati nella sala polifunzionale di San Pietro al Natisone: un tavolo dei relatori formato da 5 assessori e 2 consiglieri regionali, riuniti per discutere del futuro delle Valli del Natisone, quelle aree montane. assieme alle Valli del Torre e di Pordenone, lontane dai grandi circuiti turistici ma non per questo meno suggestive e affascinanti, belle da vivere per un turismo diverso, definito lento perché improntato alla conoscenza del territorio.
Si è trattato di un incontro-confronto per analizzare le problematiche della montagna, quella montagna che non è diventata famosa. “Le Valli del Natisone e del Torre ma anche quelle di Pordenone e Gemona – ha detto in apertura dei lavori il consigliere regionale Giuseppe Sibau, promotore dell’incontro – sono aree che si portano ancora addosso le conseguenze del passato, dell’essere zone di confine, aree che stanno subendo un forte spopolamento.
“Se il trend dovesse proseguire – ha aggiunto Sibau, analizzando i dati di un saldo negativo che cresce di 100 unità all’anno -, fra vent’anni gli unici due centri sopravvissuti saranno San Pietro e San Leonardo“.
Da qui tutta la complessità e la gravità di una questione da affrontare con urgenza, per un territorio enormemente frammentato, dove i 2/3 della popolazione residente ha superato i 65 anni d’età. “Ci sono però i punti di forza su cui concentrare il rilancio, un paesaggio incontaminato, da assaporare in bicicletta o a piedi, con effetti curativi come dimostrato da uno studio condotto dall’Università di Udine. “A sostegno – ha ricordato Sibau – ci sono i fondi dell’Europa e le azioni già intraprese da questa Giunta regionale attraverso la defiscalizzazione“.
Una sala polifunzionale riempita in ogni ordine di posti ha accolto le parole del capogruppo di ProgettoFVG/Ar, Mauro Di Bert, per il quale la vera azione di sostegno da parte della Regione non può che partire da un ascolto del territorio, perché solo da chi vive quelle realtà possono arrivare i suggerimenti per un rilancio di un’area che merita un’attenzione dedicata.
Un rilancio che secondo il presidente del Consiglio, Zanin, può partire proprio da quelli che sono stati i limiti di questa zona di confine, a cominciare da una collaborazione di crescita con la Slovenia. “Un territorio è la sua geografia, la sua identità, le sue comunità”, ha detto il presidente sostenendo l’importanza di un’alleanza fra le comunità locali a favore di confronto compatto con la Regione.