Workshop dell’Università di Udine all’interno del progetto Meme.
In occasione della festa di Liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, nell’ambito del progetto europeo Meme – Meeting memories, di cui l’Università di Udine è partner italiano, cinque studenti e studentesse delle università di Udine e Trieste hanno partecipato ieri a una delle sessioni del workshop internazionale su fotografia e memoria organizzato nei campi di concentramento di Gonars e Visco. Al Workshop in totale partecipano 35 persone da 6 Paesi: Italia, Croazia, Germania, Slovenia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina.
Grazie alle sessioni di lavoro preparatorio condotte dai fotografi Sandra Vitaljić e Saša Kralj, “i partecipanti – spiega Natka Badurina, docente del dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società e referente del progetto Meme per l’ateneo di Udine – hanno sperimentato sul campo il mezzo fotografico come strumento per la trasmissione della memoria”.
Ad accompagnarli tra i pochi resti visibili del campo di Gonars e ai cancelli di quello di Visco, lo storico e ricercatore Ferruccio Tassin che da decenni raccoglie testimonianze e dati sui due campi perseverando nell’importante divulgazione soprattutto tra i giovani e nelle scuole.
“Le fotografie scattate dai partecipanti al workshop internazionale prodotte dalle visite organizzate dai dei Partner internazionali del progetto Meme nei campi di sterminio in Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Germania, Bosnia – dice Elisa Copetti, incaricata esterna di insegnamento presso il Dill -, saranno selezionate dai curatori e presentate al pubblico lunedì 26 aprile sul sito di Documenta- Centre for Dealing with the Past”.
Il progetto Meeting Memories: Learning from the Past to Confront Dehumanization Today mira a ricordare ai cittadini europei la politica di disumanizzazione e del capro espiatorio degli anni ’30 e ’40 del Novecento e vuole generare una riflessione su modelli simili che si verificano oggi. In questo contesto, il workshop di fotografia offre uno spazio in cui i partecipanti provenienti da sei diversi Paesi possono incontrare e discutere sui temi della cultura della memoria, delle pratiche commemorative, della storia contemporanea e dei diversi regimi totalitari, attraverso le lenti della fotografia.