La cerimonia in ricordo di Renato Rossini prima di Udinese Parma.
Il Comune di Udine e il Comune di Parma, insieme a Udinese Calcio e Parma Calcio, si uniscono nel ricordo di Renato Rossini, cittadino udinese, attivo nella Resistenza dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 ed ex calciatore del Parma negli anni ’20, vittima delle deportazioni naziste nella Udine occupata. Rossini, morto nel campo di sterminio di Flossenbürg il 15 marzo 1945, è stato ricordato poco prima del fischio di inizio della partita del campionato di Serie A che ha visto affrontarsi sul campo dello Stadio Friuli-Bluenergy Stadium proprio le squadre delle due città.
Sul campo erano presenti il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, e l’assessore allo Sport del Comune di Parma Marco Bosi, insieme all’Amministratore Delegato dell’Udinese Calcio, Franco Collavino, e al CEO Federico Cherubini in rappresentanza della società crociata. L’iniziativa ha reso omaggio alla memoria di un uomo che, oltre a essere stato un protagonista del mondo sportivo, ha unito la storia delle due città e rappresenta oggi un simbolo della pagina più tragica della storia del Novecento.
Le società sportive Udinese Calcio e Parma Calcio, consapevoli del ruolo sociale dello sport, hanno partecipato attivamente alla commemorazione, sottolineando come il calcio possa diventare un potente strumento di memoria. L’evento è stato un momento di riflessione collettiva, volto a sensibilizzare il pubblico e le nuove generazioni sull’importanza della memoria storica e del ricordo delle vittime del nazismo.
La commemorazione di Renato Rossini si inserisce nel più ampio impegno delle amministrazioni comunali e delle società calcistiche nel promuovere la consapevolezza storica e i principi di giustizia e libertà. Ricordare Rossini significa riaffermare il dovere della memoria, affinché simili tragedie non abbiano mai più a ripetersi e perché i valori della dignità umana, della solidarietà e della pace restino un faro per le generazioni future.
Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha ricordato la posa della pietra d’inciampo in memoria di Renato Rossini: “Insieme al prezioso contributo di APO, ANPI e ANED lo scorso gennaio abbiamo posato 10 nuove pietre d’inciampo in città, in memoria di altrettante vittime del nazismo. La commemorazione allo Stadio Friuli si inserisce nel percorso che stiamo promuovendo come amministrazione, per tenere viva la memoria di chi ha sacrificato la sua vita per la nostra libertà.”
“La libertà e la democrazia non sono scontate – ha commentato Marco Bosi, Assessore del Comune di Parma, durante la cerimonia – la memoria delle vittime del nazi-fascismo non è soltanto un esercizio storico ma è fondamentale per ricordare a tutti noi che lottare per difendere la libertà è una responsabilità collettiva.”
Durante la commemorazione il Parma Calcio ha donato al Comune di Udine una maglietta del Parma con il numero 10 di Rossini, in sua memoria.
Chi è Renato Rossini.
Renato Rossini (1899-1945) nacque a Siena fu calciatore del Parma negli anni ’20 e successivamente intraprese una carriera militare, trasferendosi a Udine nel 1934. Dopo il matrimonio con la contessa Sylvia di Panigai, si stabilì con la famiglia in città. All’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943, rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò e si unì alla Resistenza come vicecomandante della 10ª Brigata “Mi-Venglioranza” della Divisione Osoppo-Friuli.
Arrestato il 5 agosto 1944 su ordine della Sicherheitspolizei (Sipo), fu incarcerato a Udine e poi deportato a Dachau il 14 agosto. Successivamente, venne trasferito nel campo di Natzweiler, in Alsazia, dove fu costretto a lavorare in industrie belliche. Con l’avanzata alleata, il campo fu evacuato e Rossini tornò a Dachau, per poi essere spostato il 27 settembre 1944 a Gröditz, sottocampo di Flossenbürg, dove era attiva la produzione di armamenti.
Morì nel campo di Flossenbürg il 15 marzo 1945, ufficialmente per polmonite. Il suo corpo non fu mai recuperato, probabilmente sepolto in una fossa comune. Documenti d’archivio, seppur confusi da errori di trascrizione, hanno permesso di ricostruire la sua tragica vicenda.