A Udine la mostra Ri_Trovarsi di Alessandra Aita e Francesca Minisini
A Udine arriva la mostra d’arte Ri_Trovarsi di Alessandra Aita e Francesca Minisini. L’inaugurazione si volgerà sabato 2 aprile alle 17 e 30 negli spazi della Casa della Confraternita. La mostra sarà visitabile dal 3 aprile a primo maggio il venerdì dalle 15 alle 18, mentre il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Amiche nella vita, con precorsi professionali ed artistici differenti, Alessandra e Francesca si “ri-trova- no” qui per raccontare i loro cambiamenti, la loro evoluzione: la maternità, le conquiste lavorative, i doveri di fronte all’emergenza pandemica, la responsabilità verso la natura e verso il territorio, l’importanza di coltivare la ricerca artistica oltre agli impegni del quotidiano. È in questi momenti, nelle azioni del dipingere e dell’assemblare, che le artiste fanno i conti con loro stesse: si guardano dentro e trovano rimedi, risorse e risposte alle domande, mettono ordine nella mente e nel cuore, recuperano equilibrio e forza.
Quel prefisso “ri-” che precede il verbo “trovare” non descrive solo la conquista di una condizione persa e fortunatamente recuperata (dopo la pandemia), ma chiarisce quello che è il percorso creativo di Alessandra e Francesca: una costante crescita, una maturazione, un miglioramento di cui l’arte è mezzo e risultato. Così sulla tela il colore è gettato con energia e la spatola veloce lo tira, lo plasma, non ci sono pause, nulla del proprio sentire deve essere disperso, tutto deve passare nelle tonalità e nel gesto, nel dipinto c’è un’istantanea dell’animo, pure emozio- ni, non mediate da soggetti riconoscibili.
Così i legni, consunti e irregolari, pazientemente recuperati sui greti dei fiumi, trovano nuova vita quando sono assemblati in figure che impongono una riflessione sulla condizione attuale dell’umani- tà. I loro corpi parlano di un futuro nuovo, di un cambiamento possibile, come lo è stato per la materia che li compone.
Trovare la forma con cui comunicare il proprio pensiero, il proprio sentire. Trovare chi è disposto a guardare, ad ascoltare, a sentire.
Trovarsi nuovamente a dialogare con se stesse e con gli altri attraverso l’arte, come fosse la prima volta, mettendoci gentilezza, attenzione, cura, perché sia un nuovo inizio. Questo il significato che Alessandra Aita e Francesca Minisini danno a questa mostra dove sono avvicinate opere recenti di scultura e pittura che seppur diverse, sono testimonianza dell’esigenza, impellente e necessaria, di esprimere emozioni e riflessioni sul presente e su ciò che si è vissuto in questo ultimo tempo.
Alessandra Aita
Alessandra Aita nasce a San Daniele del Friuli nel 1983. Diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Udine, frequenta un corso professionale di grafica e dopo alcune esperienze lavorative apre il proprio studio di grafica pubblicitaria. Da oltre dieci anni si dedica all’arte, in particolare alla scultura, unendo la ricerca materica ad una riflessione sulla società contemporanea. Le sue opere prendo- no forma attraverso legni di recupero, a volte in dialogo con elementi tecnologici e luminosi.
Ha esposto in regione, in Italia e all’estero, in collettive e personali. Sue sculture sono state installate in percorsi naturalistici come Artinbosco a Capriasca-Lugano nel 2019, a Cerchio (AQ) nel 2021, a Divinarte a Nepi (VT) e nel Parco del Torre attraverso il Premio Midolini seconda edizione 2021, oltre alla partecipazione a Natura in Arte 2022 nell’Orto botanico di Brera-Milano.
Francesca Minisini
Francesca Minisini nasce a Udine nel 1982. Da sempre appassionata di disegno e pittura, coltiva l’arte parallelamente alla sua carriera professionale in campo economico. Partecipa a diverse mostre collettive e nel 2016 espone ad Osoppo in una personale.
Nel 2020 partecipa alla Biennale d’Arte Città di Udine organizzata dalla galleria CAT Gallery, lo storico Centro d’Arte Tiepolo, e vince il terzo premio. Dopo aver sviluppato una pittura figurativa spesso legata a ricordi e sensazioni vissute durante viaggi in Paesi lontani, da alcuni anni indaga l’espressività e la forza del linguaggio astratto su grandi tele lavorate a colpi di spatola e giocate su pochi colori.