Il sedicenne fu ucciso dalla velocità dell’auto.
Il contachilometri di Sandro Margherit era 9 km oltre il limite quando il primo maggio di un anno fa aveva travolto e ucciso il sedicenne di Plaino Riccardo Franzin a Udine. Andava a 59 chilometri orari con la sua Smart, sotto una pioggia battente, e non si è fermato quando il giovane ragazzo che stava attraversando le strisce pedonali in viale delle Ferriere, investendolo. Sono queste le conclusioni alle quali è arrivato Filippo Ciroi, consulente tecnico nominato dal gip Mariarosa Persico, illustrate il 20 maggio durante l’incidente probatorio e questi sono i risultati della propria perizia.
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Gli altri elementi emersi.
Il perito del giudice per le indagini preliminari ha ricostruito la dinamica dell’incidente costato la vita al giovane. Si è soffermato sulla condotta alla guida dell’indagato. A Margherit è contestata infatti l’eccesso di velocità in condizioni metereologiche avverse, la mancata precedenza dovuta pedone, che stava attraversando sulle strisce e la guida in stato di ebbrezza visto che l’esame alcolimetrico aveva rivelato una presenza di alcol nel sangue di 0,78 microgrammi.
Il difensore di Margherit si è avvalso della consulenza tecnica dell’ingegner Giuseppe Monfreda. E ha contestato il nesso di causalità tra il leggero eccesso di velocità come causa dell’incidente. Proponendo di utilizzare parametri diversi rispetto a quelli evidenziati dal perito del gip. In particolare alla velocità con la quale camminava il pedone, sostiene l’avvocato Mete. L’incidente probatorio si è quindi concluso e il gip ha ritrasmesso il fascicolo al pubblico ministero, che dovrà ora giungere alla conclusione delle indagini.