Le celebrazioni a Udine per i i santi patroni Ermacora e Fortunato.
Udine celebra i santi patroni Ermacora e Fortunato. Questa mattina in Cattedrale l’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzoccato ha presieduto l’Eucaristia e al termine della liturgia, si è tenuta la benedizione della città.
In occasione della cerimonia il sindaco Alberto Felice De Toni ha tenuto un discorso alla cittadinanza.
Care concittadine e cari concittadini,
oggi ci troviamo per celebrare la festa dei Santi Ermacora e Fortunato, i Patroni della nostra amata città. Questa è un’occasione speciale per riflettere sulla loro vita e sul significato che hanno per la nostra comunità.
Emacora e Fortunato sono e sono i primi vescovi di Aquileia, la cui Chiesa aveva una radice petrino – marciana. Si ritiene infatti che la sede patriarcale sia il frutto dell’evangelizzazione di San Marco proveniente da Alessandria d’Egitto. La nostra tradizione mette in luce come questa evangelizzazione, anche per il tramite di Ermacora e Fortunato, seppe diffondersi nelle aree limitrofe, dove ora vi sono la Slovenia e l’Austria, dimostrando fin dagli inizi una chiara propensione universalistica.
Non è un caso infatti che Ermacora e Fortunato siano i patroni di 13 città nel nordest in Italia e di 5 città estere in Slovenia, Austria e Croazia. Lubiana in Slovenia e Hermagor in Austria ne sono un esempio.
Ma la festa di Ermacora e Fortunato costituisce anche una vera e propria festa per la patria friulana.
Una scelta di fede, quella dei due martiri, che ha posto le radici per quella che è diventata la Patrie dal Friûl e che ha fatto di questa ricorrenza uno degli eventi più sentiti a Udine, ma anche nel resto del territorio friulano.
La festa del Friuli, quindi, in senso religioso, esiste quindi da molti secoli, e non casualmente il 12 luglio, nei primi anni Settanta, fu scelto da Etelredo Pascolo, direttore del mensile «Int Furlane», e da pre Francesco Placereani per la presentazione ad Aquileia delle traduzioni in friulano delle Sacre Scritture: i Vangeli (1970), il Messale (1971), il Nuovo Testamento e le Lettere degli Apostoli (1972). È per questo che da allora il 12 luglio non fu più soltanto una solennità religiosa, ma anche una giornata della lingua friulana.
Udine è una città che ha vissuto momenti di crescita e di prosperità, ma anche periodi difficili. Gli ultimi anni ad esempio ci hanno visto alle prese con enormi difficoltà, momenti in cui è stato difficile mantenere coesione. La nostra storia invece ci insegna che la forza delle comunità risiede nella nostra capacità di unirci e di lottare per ciò in cui crediamo. Come i Santi Patroni, possiamo trovare la forza e il coraggio necessari, se siamo uniti e determinati nel perseguire il bene comune.
In questo momento, in Italia e in Europa, la ricchezza non è mai stata così diffusa, sembra difficile trovare ambiti in cui possa mancare qualcosa. Soprattutto di materiale. Rispetto alle generazioni precedenti, il nostro è un mondo di benessere. Eppure viviamo in tempi di conflitto sociale, di insoddisfazione, di rabbia ingiustificata verso il prossimo, anche sconosciuto. Un senso di insoddisfazione generalizzato.
In questi pochi mesi da Sindaco della città mi sono trovato ad affrontare diverse esperienze che mi hanno segnato: ho avuto modo di conoscere le realtà della Comunità Piergiorgio, della Casa dell’Immacolata di Don De Roja. A inizio luglio poi ho anche visitato il carcere. Luoghi di sofferenza ma anche di rinascita, in cui il messaggio cristiano di Ermacora e Fortunato acquisisce più forza. Il nostro impegno deve andare nella direzione dell’aiuto ai fragili, nel sostegno alle realtà che si impegnano per il sociale, di chi si occupa di tamponare le falle per mantenere la coesione sociale. In queste azioni risiede lo spirito cristiano dei due Patroni della città.
Come Sindaco di Udine, mi impegno a essere un difensore dei diritti dei nostri cittadini, a lavorare per una città inclusiva e solidale, in cui ogni individuo sia rispettato e valorizzato. Siamo una comunità con molte anime e dobbiamo continuare a promuovere il dialogo, la tolleranza e il rispetto reciproco.
Dobbiamo sostenere chi svolge il lavoro di cura e di assistenza, chi si occupa di dare speranze e obiettivi a chi non ne ha.
Ricordiamoci sempre che la forza di Udine risiede nei suoi cittadini. Siamo noi, con i nostri sforzi e il nostro impegno, che possiamo costruire una città migliore per noi stessi e per le future generazioni.