Il trofeo made in Friuli del Far East Film Festival: qual è il suo significato

Anche quest’anno il trofeo del Far East Film Festival è stato realizzato da Idea Prototipi.

Anche quest’anno i premi assegnati al Far East Film Festival, rassegna cinematografica dedicata al cinema asiatico, sono rappresentati dal Gelso, concepito e prodotto da Idea Prototipi, innovativa azienda specializzata nella creazione di cobot, cioè robot collaborativi, con sede a Basiliano.

“La storia risale a13 anni fa – afferma Massimo Agostini, fondatore e amministratore di Idea Prototipi -. Quando è nata la collaborazione con il Far East Film Festival mi sono impegnato personalmente nel concept del trofeo che ci avevano chiesto di realizzare. La mia vision, per unire Oriente e Occidente, si è focalizzata su un albero, il gelso, la dimora dei bachi che producono la seta cinese. Quell’albero, e la coltivazione del baco da seta, è presente anche nel nostro territorio. Per due mesi ho girato i boschi del Friuli alla ricerca dell’esemplare giusto, finché non ho trovato quello adatto, ricco di rami rivolti verso l’alto a formare una mano aperta”.

I 9 premi.

Da 13 anni, dunque, i premi del Far East Film Festival – che in questa edizione 2024 saranno 9, uno per ogni categoria cinematografica – riproducono quel gelso. La produzione del premio è complessa, ma soprattutto ricca di significato. Unisce tecnica e filosofia, tradizione e innovazione. Partiamo dalla tecnologia.

 “Inizialmente – prosegue Agostini – l’organizzazione del Festival si era rivolta a me perché siamo specializzati nella lavorazione dei metalli. Oggi utilizziamo materiali innovativi speciali, con i quali stampiamo i trofei in 3D. Ogni gelso è diverso dall’altro nei particolari più delicati e anche perché i materiali che compongono i rami consentono piccoli movimenti durante il giorno. È insomma una struttura viva”. 

Cosa rappresenta il premio.

Ogni premio è contenuto in una teca in acciaio inox con cinque lati specchiati che riflettono l’albero. “La teca è però aperta al centro e in alto, a simbolo dell’apertura al mondo; mentre i cinque specchi – aggiunge Agostini – rappresentano i continenti che partecipano alla manifestazione”. A seconda della categoria, il premio è stato via via realizzato in diversi colori, dal classico oro per l’opera classificata prima, al più esclusivo nero, “colore che, a differenza del significato nelle nostre culture occidentali, in Oriente assume valori spirituali”.

La spiritualità è stata al centro dell’ideazione dei Gelsi per il Far East Film Festival. “Le radici dell’albero uniscono due mondi geografici distanti ma che si incontrano a Udine. Il premio nella sua concezione complessiva rappresenta l’unione delle potenzialità delle nuove tecnologie della mia azienda con la spiritualità che ci guida. Che vuol dire vedere le cose oltre la materia, pensare all’energia e diffondere a tutti un messaggio di serenità, equilibrio, amore“, specifica Massimo Agostini.

Valori che sono stati riconosciuti anche dai premiati. Agostini partecipa ogni anno alla premiazione del Far East Film Festival, ma con discrezione, tra il pubblico, assistendo alla consegna dei “suoi” premi. Ricorda un aneddoto: “Un anno è stato premiato un maestro giapponese, una di quelle personalità algide, inavvicinabili. Tutti lo trattavano con timore, senza avvicinarsi. A un certo punto, ho visto che lui mi cercava, si è avvicinato a me, ringraziandomi per l’opera, mi ha confessato di esserne stato colpito profondamente. È stato un episodio che mi ha riempito di orgoglio. Con lo stesso orgoglio partecipo anche quest’anno in rappresentanza dell’azienda e dei miei collaboratori e del mondo imprenditoriale friulano, con il suo inconfondibile carattere: produrre beni solo apparentemente piccoli, ma di immenso valore“.