A Udine sarà introdotta la tassa di soggiorno.
Udine è una città turistica e sulla base di questa convinzione, il Comune ha deciso di introdurre la tassa di soggiorno anche nel capoluogo friulano. Proprio per rispondere alla crescita dei flussi e per iniziare un processo di sviluppo dell’offerta turistica, infatti, dall’ottobre 2024 i turisti che intendono trascorrere più di un giorno in città pagheranno fino ad un massimo di 2 euro al giorno per pernottare nelle strutture ricettive presenti.
Per le casse del Comune, dal 2025 a seguire, si parla invece di 650 mila euro in più ogni anno da poter reinvestire nel comparto turistico (il 65 per cento) e in quello della mobilità e delle infrastrutture (il restante 35 per cento) legate al turismo.
“La stagione estiva che si è conclusa a settembre ci ha confermato ancora una volta quanto potenziale possa nascondere la città di Udine tra le vie del suo centro storico e nei magnifici scenari che hanno ospitato gli eventi in programma – ha spiegato il vicesindaco e assessore al turismo Alessandro Venanzi. Sin dal primo giorno del mandato al governo della nostra città, abbiamo dato il la a un ragionamento diverso rispetto al passato, che mettesse Udine al centro in uno schema di flussi turistici“.
I dati.
Tra maggio e agosto sono arrivati in città 350 mila turisti (349.979 per l’esattezza), con un incremento del 12,7 per cento rispetto al 2022 e del 9 per cento rispetto all’anno boom del 2019. Contando anche la scorsa stagione invernale, da gennaio a settembre 2023, Udine ha accolto 613.819 persone, questa volta con incremento del 18,1 per cento sul 2022 e di uno stabile 9.6 per cento rispetto al 2019.
Tra l’altro, Udine è attraversata da ben due ciclovie regionali, la FVG 1 e la FVG 4 che la tagliano da nord a sud e da est a ovest, e grazie alla sua posizione centrale costituisce un checkpoint ideale per la sosta delle cicloturiste e dei cicloturisti.
“Le potenzialità della nostra città ci impongono di pensare in grande, con investimenti mirati al suo sviluppo come punto accentratore dei flussi, tanto per quanto riguarda la mobilità sostenibile, quanto per tutto ciò che gravita intorno agli spazi della cultura – ha ricordato il vicesindaco -. Per ragionare in questo modo, è necessario prevedere la pianificazione e lo stanziamento di investimenti importanti. Maggiori capacità di investimento sul turismo permettono di ragionare in senso europeo”.
“Udine è ancora uno dei pochi capoluoghi di provincia a non prevedere una tariffa di soggiorno per i pernottamenti – ha spiegato l’assessore a Tributi e Smart City Gea Arcella. Era necessario un adeguamento a quanto accade ormai in tutta Italia. Si tratta di un’imposta di scopo che crea di fatto un’enorme opportunità di reinvestimento in ambito turistico e infrastrutturale, grazie a cui sarà possibile alzare lo standard della qualità dell’offerta di Udine, ascoltando le richieste e tenendo conto di quali sono nel concreto le necessità degli operatori del settore”.
L’imposta riguarderà tutti i tipi di pernottamento, comprendendo tanto le strutture ricettive quanto le case vacanze o gli affitti brevi, e non interesserà chi starà a Udine per motivi di salute o di studio, i minori, le persone con disabilità, le forze di polizia e i volontari della Protezione Civile.
Le reazioni alla tassa di soggiorno a Udine.
Un provvedimento importante, quello inserito dalla giunta De Toni nel nuovo bilancio previsionale, che ha subito provocato reazioni, a partire dalle categorie economiche. “Ci auguriamo – ha detto il presidente provinciale di Confcommercio Udine, Giovanni Da Pozzo -, che le risorse aggiuntive che entreranno nelle casse del Comune di Udine verranno reinvestite con una strategia condivisa assieme a Confcommercio, l’associazione di categoria che rappresenta le imprese coinvolte in questa operazione”.
Secondo Da Pozzo, “è opportuna un’intesa tra pubblico e privato per consolidare le prospettive turistiche del territorio”. Sul fronte di Federalberghi, il consigliere Edoardo Marini ha sottolineato come, “di fronte a una nuova tassa, solo una gestione concordata delle risorse che ne deriveranno potrà rendere questo passaggio una opportunità per le imprese. Fermo restando – ha aggiunto – che Udine è città molto più commerciale che turistica e che dunque ci troviamo davanti a una situazione che va gestita più nell’ottica della città metropolitana che non della singola località turistica, come può accadere invece, per esempio, a Trieste, Lignano e Grado”.
Esplicitamente più critico il consigliere comunale di opposizione ed ex sindaco Pietro Fontanini: “A Udine ancora tasse – ha commentato -. Noi abbiamo portato molti più turisti con le grandi mostre. Loro li faranno scappare“.