Successo popolare a Udine per il ferragostano Palio della Fontana

Un successo il Palio della Fontana a Udine.

Successo popolare a Udine per il ferragostano Palio della Fontana. Vince la corsa la maestra Manuela Bondio, cittadina oriunda valtellinese, grande promotrice della friulanità.

E’ lei la trionfatrice assoluta al “Libero Palio della Fontana”, rievocazione storica modellistica delle corse paliesche agostane della tradizione di Udine “metropoli” del Friuli. Un’iniziativa per la serata di Ferragosto, ideata e promossa già lo scorso anno dal Foglar Civic guidato da Alberto Travain, con il patrocinio culturale dell’Arengo dei cittadini e in accordo con il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, il Club per l’Unesco di Udine, il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, i Coordinamenti “Borc S.t Pieri / Udin Sud-Ovest” e “Cascanan”, il Gruppo Storico Borgo Pracchiuso, Galleria Italian Secret e UdineseLife. Evento spontaneo, questo, ad affermare, proprio nel clou del disarmo vacanziero, la voglia di “esistere” come città e come comunità anche in tempo di ferie.

Quartier generale in piazza Matteotti.

Quartier generale dell’iniziativa, Galleria Italian Secret di piazza Matteotti, nella cornice di una splendida mostra del pittore Sergio Marino, membro del Club per l’Unesco di Udine, dedicata specificamente ai cavalli. In galleria è stato esposto il cimelio storico dell’ultimo Palio equestre udinese, vinto dal Fogolâr Civic nel 2002, opera dell’artista Piero Maria Crestan, con appuntante le coccarde commemorative dei quattro Palii al momento riproposti dai fogolaristi in chiave modellistica e ribattezzati “Pali de Fontane” (15 agosto 2023), “Pali dai Bombardîrs” (3 dicembre 2023), “Pali di Sant Zorç” (28 aprile 2024) e “Pali des Fritulis” (1° maggio 2024).

Un animato, allegro, estenuante, giro di pista durato un’ora e tre quarti, lungo l’anello della fontana del “Ricamadôr” in Mercatonuovo, a ricordare quello del “Zardin Grant” dove nel Settecento si trasferirono le gare cittadine. Logo dell’evento: la bocca di leone marciano affacciata alla mossa e alla meta della gara paliesca. Quindici concorrenti – un grande successo – abbinati ad altrettante pedine equestri recanti piumaggi e livree omaggianti il ricordo di eminenti casati dell’aristocrazia locale storicamente divisa da rivalità tra nobiltà prettamente udinese, castellani friulani e patrizi veneti.

La “classifica”.

Portava le insegne dei patrizi Manin il vittorioso corsiero candido attribuito alla maestra Bondio, incalzato dal bianco stallone con i colori degli Antonini, capitato in sorte a Laura Cozzi. Terzo il morello di Bruno Lupieri, rimandante alla casata Ottelio. Al quarto posto, il cavallo bianco riferito ai nobili Gorgo ed assegnato a Maria Luisa Ranzato. Al quinto il niveo esemplare affidato a Federico Da Dalt e ostentante le insegne dei nobili del Merlo. Al sesto, il morello omaggiante il casato Moisesso e assegnato a Renata Capria D’Aronco. Al settimo posto, Alberto Travain, rappresentato da corsiero grigio riferito ai castellani di Maniago. Ottavo alla meta, il cavallo bianco di Renata Marcuzzi, rimandante al casato Pavona. Al nono posto, l’esemplare grigio di Eugenio Pidutti, con i colori dei feudatari di Polcenigo. Decimo, Piero Maria Crestan, rappresentato da baio rievocante i patrizi Savorgnan. Ultimo, il baio omaggiante il casato Valentinis ed assegnato a Elsa Simonetti. Ritirato al nono turno di gara il morello rimandante ai castellani di Sbrojavacca e assegnato a Bruna Bassi. Fuori dalla corsa il morello dei nobili Ettorei attribuito ad Alessandra Candriella, quello dei castellani Arcoloniani assegnato a Gianni Strizzolo e il grigio abbinato a Paola Ventre.

Di rigore, al termine della gara, il corteo dei concorrenti in ordine d’arrivo, secondo la più inveterata tradizione cittadina. In testa, bella rappresentanza del Gruppo Storico Borgo Pracchiuso con lo Stendardo dell’Arengo udinese contemporaneo, a testimoniare l’unità cittadina attorno alla difesa delle tradizioni urbane. E poi, la vincitrice, la maestra Bondio, con l’insegna del Palio, opera dell’artista Piero Maria Crestan, cui la stessa ha dedicato la sua coccarda. Dietro di lei, in effige, la “civuite” ovvero “çus” della tradizione del secondo posto al Palio udinese, toccata alla dott.ssa Cozzi. La lunga teoria, poi, degli altri concorrenti, tutti ostentanti i colori assunti in gara. All’ultimo, sig.ra Simonetti, il simulacro della “purcite”, evocazione del premio storico assegnato a Udine al fanalino di coda del Palio cittadino.