Stop alle file separate per votare, a Udine seggi elettorali “senza genere” e inclusivi

File uniche ai seggi elettorali di Udine.

Il Comune di Udine ha deciso di mettere fine alla divisione tra maschi e femmine per le file ai seggi elettorali. Una decisione, annunciata dall’assessorato ai Servizi Demografici guidato da Arianna Facchini, presa come impegno concreto dell’amministrazione per garantire il rispetto e la parità di trattamento per tutti i cittadini.

La suddivisione delle file è una prassi in molti comuni ma non trova alcun obbligo di legge, seppur per normativa le liste degli elettori e delle elettrici vengano formate con distinzione in base al sesso anagrafico maschile e femminile.

Per il Comune, si tratta di una misura di inclusione e uguaglianza. Attraverso una lettera ufficiale inviata ai presidenti dei seggi, l’Assessorato ai Servizi Demografici ha richiesto che non vengano più suddivise le file degli elettori in base al genere: “Nella tutela della privacy di tutte le persone rispetto al sesso anagrafico indicato nei propri documenti ufficiali”. Questo provvedimento mira così a creare un ambiente di voto più inclusivo e rispettoso, eliminando una pratica che potrebbe risultare discriminatoria e lesiva della dignità delle persone.

La scelta del Comune di Udine si allinea con le decisioni di altre città italiane, come Padova e Milano, che hanno già adottato misure simili riconoscendo l’importanza di garantire ad ogni cittadino, indipendentemente dalla sua identità di genere, di esercitare il proprio diritto di voto senza subire discriminazioni.

Le motivazioni della scelta

La decisione dell’amministrazione comunale si basa su due fattori principali. La considerazione della campagna nazionale “Io sono, io voto”, promossa dal 2020 da organizzazioni che in Italia lavorano per il riconoscimento dei diritti delle persone transgender. L’obiettivo è di rendere i seggi elettorali accessibili, inclusivi e rispettosi delle identità trans e non binarie, assicurando che tutti possano votare senza subire discriminazioni.

In secondo luogo si è deciso anche di tenere conto della segnalazione di Rete Lenford al garante della privacy di gravi violazioni della normativa sulla protezione dei dati personali durante le procedure elettorali. La pratica di separare gli elettori per genere al fine di registrarli in appositi registri distinti è stata segnalata come una potenziale violazione della privacy dei votanti, evidenziando la necessità di una revisione delle procedure.

“Sono soddisfatta di essere riuscita a portare avanti questa proposta” spiega l’assessora Arianna Facchini. “Era presente nel mio programma elettorale. Ora la speranza è che i presidenti dei seggi accolgano positivamente la nostra richiesta. Trovo anacronistico che le liste elettorali siano ancora suddivise fra uomo e donna, tra le implicazioni pratiche ai seggi c’è il rischio di costringere le persone trans e non binarie a possibili coming out forzati che potrebbero spingere qualcuno a non recarsi a votare per il disagio. La suddivisione dei registri può essere sensata ai fini pratici per evitare l’accumularsi di code ma una soluzione sarebbe quella di dividerle per ordine alfabetico e non per genere. Noi, come altri Comuni, stiamo facendo il primo passo, speriamo che il Parlamento segua questa direzione e cambi la normativa nazionale per garantire inclusione e uguaglianza per tutti”.