Le proposte per il rilancio del commercio a Udine.
Quali sono le tendenze che influenzeranno di più il commercio di Udine nei prossimi 10 anni? Quali le proposte per dare nuova linfa e nuove prospettive al settore? Il Summit udinese per il commercio e la crescita organizzata che si è tenuto in castello a Udine lo scorso 17 giugno ha cercato di dare una risposta condivisa a questi interrogativi, coinvolgendo più di 50 soggetti in rappresentanza dei settori del mondo del commercio e non solo.
A questi stati generali del commercio erano presenti infatti le Istituzioni del territorio a cominciare dalla Regione e la Camera di Commercio Pordenone-Udine, le società partecipate, i consorzi, tutte le associazioni di categoria, gli ordini professionali ma anche i gruppi imprenditoriali e numerosi esperti del settore del commercio. Cosa ci potrebbe aspettare nel futuro del comparto? Costruire una rete più fitta tra i soggetti protagonisti del commercio in un filone d’azione di lungo periodo, con una più ampia disponibilità e qualità di dati e informazioni a disposizione per lo sviluppo dell’intero settore.
È questo, in estrema sintesi il prospetto del commercio emerso dai tavoli di Succo, il summit organizzato dal Comune di Udine, insieme al distretto del Commercio, per condividere con gli stakeholder.
“L’evento che abbiamo organizzato in Castello un mese fa era a tutti gli effetti una cosa nuova. Abbiamo fortemente voluto creare un’occasione di dialogo che coinvolgesse tutti i protagonisti del commercio sul territorio udinese e friulano, con l’idea che le istituzioni debbano creare un contesto favorevole allo sviluppo delle idee del settore imprenditoriale, che è il vero motore del commercio” ha detto il vicesindaco, Alessandro Venanzi.
“Parliamo di un settore che influenza profondamente la vita di oltre 300 mila cittadini tra la nostra città e i territori contermini. Ma parliamo anche di un settore, quello della vendita al dettaglio, che è in difficoltà da tanto tempo, e ha bisogno di soluzioni nuove e prospettive non solo nel breve ma anche sul lungo termine”, ha continuato.
“Il Comune di Udine si è fatto soggetto proponente di questo summit, da cui sono emerse considerazioni di valore, a partire dall’intreccio delle esperienze dei diversi soggetti coinvolti. Non è un caso che la creazione di reti e la condivisione di strumenti comuni più potenti siano gli aspetti al centro delle proposte emerse dai tavoli di confronto. Il commercio senza uno sviluppo comune non può avere un vero progresso e di questo progresso noi vogliamo metterci in prima fila per iniziare a raccontare meglio il nostro territorio, con Udine al centro, per attrarre nuovi investimenti”.
Ai partecipanti del summit era stato affidato il compito di individuare 5 trend con l’impatto più grande sul commercio del territorio di Udine e quello contermine. Clima e politiche ambientali, abitudini d’acquisto, multietnicità, e-commerce e i nuovi equilibri della vita lavorativa sono state individuate come le tendenze più impattanti, in linea con le grandi evoluzioni sociali che interessano, stando alle recenti analisi, tutto il territorio nazionale. Partendo da queste basi i tavoli hanno elaborato 6 proposte, che saranno inserite, in tutto o in parte, nell’agenda del distretto del commercio udinese.
Le proposte
“Udine Centro del Friuli Sostenibile” è un sistema per incentivare le attività sostenibili e considerarle il minimo comune valore sul quale plasmare ogni evento culturale e turistico promosso sul territorio, che verrebbe contrassegnato, e quindi riconosciuto dalla collettività, con un sigillo di qualità. Si tratta di una procedura di analisi, accreditamento e incentivazione attraverso un possibile “Contributo di Sostenibilità” delle attività che, partendo dagli eventi di interesse per una comunità e per i flussi turistici, si estende alle attività commerciali, e vuole creare un contesto riconoscibile e riconosciuto di attenzione alla sostenibilità. In sostanza creare eventi e proporre iniziative per i cittadini e turisti che migliorino la percezione di sostenibilità della città.
Il secondo tavolo ha avanzato l’ipotesi della creazione di un “Osservatorio permanente per la riqualificazione urbana“, uno strumento per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati al fine di individuare le strategie di sviluppo pubbliche e private. L’osservatorio ha l’obiettivo di raccogliere una vasta gamma di dati da diverse fonti: dati demografici, dati economici, dati sociali, dati ambientali, dati infrastrutturali e sfruttarli per prendere decisioni strategiche.
Il progetto “Fare Sistema a Udine” mira invece a unificare e rafforzare il comparto commerciale della città, integrando tutto il distretto, a partire dal centro storico fino ai quartieri periferici in un unico sistema coordinato. Questa idea di sistema punta a mettere insieme l’intero comparto del commercio udinese con l’applicazione di strategie, anche comunicative, per superare la distinzione fra centro e periferia e proporre Udine come uno spazio unico, generando un nuovo tipo di socialità, di aggregazione e conseguentemente di commercio.
Una nuova shopping experience unificata, con l’apertura di nuovi negozi, temporary store e servizi, e il miglioramento al contempo della mobilità e l’accessibilità grazie a un sistema di parcheggi ottimizzato. A partire dalla promozione delle imprese giovanili e delle start up di imprenditori locali, l’obiettivo è creare sinergie tra i commercianti attraverso l’adozione di regole comuni per trasformare Udine in un hub commerciale a cielo aperto.
La quarta proposta è un “Misuratore di efficacia” per supportare le attività commerciali di Udine e dell’hinterland. L’obiettivo è raccogliere, aggregare, analizzare e fornire i dati ai soggetti del commercio, possibilmente tramite un’applicazione web che fornisca un quadro sempre aggiornato dell’evoluzione del territorio e della comunità, delle tendenze di mercato. La proposta nasce principalmente dall’esigenza, ad oggi, di una condivisione organica dei dati provenienti dalle diverse fonti con una fisiologica sofferenza da parte delle imprese che non dispongono di sufficienti informazioni per adattarsi ai cambiamenti futuri del clima, delle abitudini e del contesto sociale.
Attraverso una piattaforma di condivisione delle proposte e delle offerte si sviluppa invece la quinta idea, una “Rete locale delle eccellenze”. Le attività commerciali e di servizi più caratteristiche del territorio si unirebbero, secondo questa idea, in un ambiente virtuale unico con tutte le loro offerte locali, così da superare la parcellizzazione dell’offerta e la piccola dimensione delle imprese. L’obiettivo è promuovere la qualità dei prodotti e dei servizi, formare operatori competenti e capaci di promuovere il territorio e i suoi valori unici.
Questa rete consentirebbe ai commercianti, inclusi quelli meno centrali, di ottenere visibilità e offrire un’esperienza di acquisto differenziata, un rapporto one to one con il cliente che sta sempre più mancando. Anche in questo caso un’applicaizone dedicata o un altro tipo di piattaforma online faciliterà la comunicazione tra le singole realtà commerciali locali e la loro promozione, rafforzando il senso di comunità e l’identità territoriale.
Il sesto ragionamento di sistema parte invece dal tema del lavoro e del reddito, ponendo le basi sulla necessità di creare politiche a favore della partecipazione al lavoro da parte di una fascia di popolazione necessariamente più larga. L’idea è che più lavoro porti più economia, con un aumento del reddito disponibile e più capacità di spesa può venire speso nell’acquisto di beni e servizi. L’obiettivo puntuale è ridurre il numero di inattivi sul territorio almeno del 5% attraverso un percorso di coinvolgimento dei principali attori del mercato del lavoro e delle associazioni sul territorio, usando e sfruttando appieno gli strumenti già presenti sul mercato del lavoro regionale.
“La prima esperienza di questo Summit è stata senz’altro positiva, le voci che si sono confrontate sono state molte, provenienti da esperienze diverse, e sono state fondamentali per capire dove orientare il processo di rilancio” commenta il Manager del Distretto del Commercio Guido Caufin. “L’esperienza è stata positiva anche e soprattutto perché tutte le proposte avanzate sono sostenibili sul piano economico e realizzabili, alcuni progetti sono stati già inseriti nell’agenda del Distretto. Da un’offerta rinnovata ed esperienziale del commercio cittadino passa il rilancio della città di Udine e dei territori ad essa contermini, ma anche della loro immagine per attirare nuovi flussi turistici e nuovi arrivi”.
“Nell’immaginare questo evento, abbiamo avuto un approccio internazionale. Nel resto d’Europa questi tavoli di confronto e di lavoro, qualcosa di diverso rispetto a quello che Udine è abituata a vedere, sono prassi” spiega uno degli ideatori e curatori del progetto, il consigliere comunale Paolo Ermano. “Abbiamo lavorato in maniera trasparente, rendendo pubblici i risultati a cui siamo arrivati e soprattutto non abbiamo voluto guidare noi la discussione. Non abbiamo voluto indicare il punto di arrivo ma solo quello di partenza comune. Ci auspichiamo che, a partire da questa prima edizione di SUCCO, questo nuovo metodo possa essere la chiave per rilanciare il commercio del nostro territorio”.