L’arresto della polizia a Udine.
Ha cercato di eludere il controllo e si è liberato di due involucri di stupefacente, destinati allo spaccio. Verso le 20.45 gli agenti di una Volante della questura di Udine, mentre stavano perlustrando la zona dello stadio onde prevenire l’eventuale commissione di reati durante la disputa della partita di calcio, notavano una coppia che si stava dirigendo a piedi verso via Sondrio, attraverso un passaggio pedonale, e che aveva manifestato un certo nervosismo alla loro vista.
Alla richiesta degli agenti di esibire un documento l’uomo, sempre più agitato, faceva finta di non sentire ed improvvisamente, con un gesto fulmineo, si liberava di qualcosa di piccolo, lanciandolo all’interno di un giardino di un’abitazione, per poi darsi immediatamente alla fuga. Rincorso da uno dei poliziotti, veniva bloccato ad una cinquantina di metri, nonostante i calci e le gomitate rivolte all’agente che cadeva a terra con lui ma riusciva poi, con l’aiuto del collega, ad ammanettarlo.
I poliziotti recuperavano poi quanto gettato dall’uomo precedentemente, due involucri contenenti una ventina di grammi circa di hashish, confezionati per essere poi spacciati, forse alla stessa ragazza che lo accompagnava, una cittadina italiana che lo aveva contattato per acquistare stupefacente. Condotto in Questura per la completa identificazione il reo, cittadino pakistano 40enne, irregolare sul territorio nazionale, gravato anche dal divieto di ritorno nella provincia udinese fino al prossimo ottobre nonché da diversi precedenti, veniva quindi tratto in arresto e deferito all’autorità giudiziaria per i reati di detenzione illecita ai fini di spaccio di stupefacente, resistenza a pubblico ufficiale, inosservanza dell’ordine del Questore di lasciare lo Stato e del divieto di ritorno in provincia. Nella mattinata odierna, dopo la convalida dell’arresto, il G.I.P. , sussistendo il pericolo di reiterazione del reato e valutate gravità della condotta e precedenti penali, ha disposto per l’uomo la misura della custodia cautelare in carcere, dove è stato infine collocato.