La situazione droga a Udine.
Un tappeto di siringhe, sporcizia e i resti di quello che serve per consumare la dose. Due ragazzi ed una ragazza seduti sulle scale d’emergenza del parcheggio adiacente al tribunale di Udine, che fanno rievocare le pagine più tristi di quando la droga era una morsa nella quale rimanevano stretti tanti giovani, ammaliati dallo sballo facile, svogliati dal malessere di un’epoca che sembrava non riuscire a dargli risposte. Allora come ora, forse.
A notare l’altro giorno questi tre ragazzi intenti a “farsi” praticamente alla luce del sole, Edi Sanon, presidente dell’associazione I nostri diritti di Udine. Ha avvertito i carabinieri, che sono intervenuti e hanno identificato l’amaro terzetto, che sarà probabilmente segnalato alla Prefettura come assuntori. Un episodio grave, ma non isolato, purtroppo, che riaccende l’allarme sul problema delle dipendenze in città e che tocca da vicino i più giovani, messi a dura prova da questi anni di pandemia, come hanno sottolineato spesso gli esperti.
È pensando a loro che la Regione sta valutando di introdurre lo psicologo di base. Un professionista che riesca a stanare eventuali problematiche, visto il preoccupante aumento di situazioni di disagio già a partire dall’adolescenza e che sta portando ad un incremento dell’uso di sonniferi e antidepressivi e ad un +30 per cento di tentativi di suicidio. Una discussione che, già approdata nei giorni scorsi in Consiglio regionale, dovrebbe essere affrontata prossimamente con una proposta condivisa da maggioranza e minoranza.