La visita al carcere di via Spalato a Udine.
É il sovraffollamento il problema principale anche del carcere di Udine. A fronte di una capienza regolamentare di 95 posti, sono 177 i detenuti, di cui 16 in semilibertà. Di questi, 105 sono stranieri (59%,) soprattutto nordafricani e pachistani, mentre il 46% della popolazione carceraria è in attesa della condanna definitiva. Ancora, 48 sono i tossicodipendenti.
Sono alcuni dei numeri emersi dalla visita alla casa circondariale di via Spalato a Udine effettuata dai consiglieri regionali di Forza Italia Andrea Cabibbo e Roberto Novelli, assieme al capogruppo a Udine Giovanni Barillari, accompagnati dalla direttrice Tiziana Paolini, nell’ambito dell’iniziativa promossa dal partito a livello nazionale e coordinata in regione dal referente per la Giustizia e già senatore della Repubblica, avvocato Franco Dal Mas.
Come si legge in una nota, secondo Cabibbo “a differenza della situazione fortemente critica di Trieste, la casa circondariale di Udine, ristrutturata integralmente nel 2003, permette delle condizioni di vita più dignitose per i carcerati. A titolo esemplificativo, ogni cella è dotata di bagno e doccia autonomi”. A questo proposito, Novelli rimarca come “siano stati attivati altri lavori propedeutici allo svolgimento di attività formative e ludiche. Sono stati altresì attivati molti corsi professionali finanziati dalla Regione, soprattutto per idraulici, elettricisti, tappezzieri, ma anche mosaicisti”.
Cabibbo e Novelli aggiungono che “tuttavia, rimangono alcune criticità, a partire dal sovraffollamento. A questo proposito, l’organico degli agenti è in evidente deficit numerico, visto che gli effettivi sono solo 80 su 115 previsti in organico e calcolati sulla capienza teorica (95) e non reale (177). Questo è un punto chiave: la campagna sulla giustizia di Forza Italia mette al centro anche le condizioni dei lavoratori, che devono operare in una condizione di serenità e sicurezza”.
I consiglieri di Forza Italia chiudono: “Allo stato, manca circa il 30% di effettivi all’organico degli agenti. Secondo Forza Italia sollevare certi temi non significa essere blasfemi: chi viene privato delle libertà non deve perdere anche la dignità. Il detenuto che esce dal carcere deve avere gli strumenti per reinserirsi nel tessuto sociale ed economico e deve seguire percorsi formativi ad hoc durante la fase di detenzione. Troppo spesso, quasi nel 70% dei casi, chi esce dal carcere cade nella tentazione di delinquere ancora: dobbiamo puntare alla recidiva zero e serve un impegno di tutti, dai detenuti alle istituzioni”.