Sicurezza, a Udine arrivano le “zone rosse”. Più attenzione alle aree dismesse

Introdotte le zone rosse a Udine.

L’Assessora alla Polizia Locale, Rosi Toffano, e il Comandante della Polizia Locale, Eros Del Longo, hanno partecipato ieri a un importante incontro del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, convocato dal Prefetto Domenico Lione: al centro del dibattito, il miglioramento della sicurezza cittadina e l’introduzione delle cosiddette “zone rosse”.

Zone rosse: cosa sono e come funzionano

Le “zone rosse” sono aree urbane sottoposte a un controllo più rigido per contrastare situazioni di degrado e criminalità: il perimetro deve essere ancora definito, ma comprenderà aree come il centro storico, la stazione ferroviaria e altre zone specifiche. Si tratta di strumenti che consentono alle autorità di allontanare rapidamente soggetti molesti o potenzialmente pericolosi per la sicurezza di cittadini e turisti anche se non sono destinatari di provvedimenti di allontanamento o Daspo urbano.

Secondo l’Assessora, la sicurezza in città è notevolmente migliorata grazie alla costante presenza della Polizia Locale e alla collaborazione con le istituzioni. Tuttavia, l’introduzione delle zone rosse rappresenta un ulteriore passo avanti in un contesto più ampio di interventi integrati, che comprendono anche la prevenzione e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. “Si tratta di uno strumento in più -ha detto Tpffano -, per accelerare i tempi, ma nel quadro di una continua e costante collaborazione su più livelli d’intervento, anche riguardo alle tante azioni di prevenzione e alla collaborazione tra istituzioni e portatori d’interesse messe in campo da questa amministrazione”.

Riqualificazione e controllo delle aree dismesse

Una di queste riguarda la riqualificazione delle aree dismesse, sia pubbliche che private. Per queste ultime la questione si fa più complessa proprio perché l’amministrazione su aree private non può intervenire direttamente. In particolare, l’Ex Safau o quella nei pressi di via Buttrio, sono di proprietà privata. Negli atti catastali si leggono i nomi di RFI, del Ministero delle Finanze e della Ital Real Estate, con sede a Bergamo.

“Si tratta di zone sotto osservazione da diversi anni” spiega l’Assessore all’Urbanistica Andrea Zini. “Stiamo mettendo in campo ragionamenti e progettualità per il futuro ma è bene ricordare che si tratta di aree private, con diversi proprietari, su cui la competenza comunale è limitata. Per questo abbiamo mandato una richiesta ufficiale in Prefettura di un nuovo Comitato Ordine e Sicurezza, per far convenire anche le parti private, al fine di identificare congiuntamente delle soluzioni per queste vaste zone in completo abbandono. E’ necessario garantire maggiore igiene, sicurezza e vivibilità alle aree residenziali limitrofe. Ben vengano in questo senso le segnalazioni dei cittadini. Come Comune abbiamo attivato diverse soluzioni per sostenere le fragilità, ma episodi criminosi non possono essere tollerati”.

Il lavoro dell’amministrazione va anche nella direzione di interessare le realtà del territorio a investire in aree degradate ma potenzialmente interessanti. “Stiamo cercando di incrociare le richieste delle società private che ci chiedono dove poter insediare le loro attività con le aree della città che necessitano di essere riqualificate” conclude Zini. “Abbiamo delle richieste per più zone, anche a Udine Est, che speriamo possano concretizzarsi. Un lavoro a 360 gradi che il Comune, con il Sindaco in testa, ha voluto avviare come dimostrano i progetti per Borgo Stazione, San Domenico e quartiere Aurora”.