Si concretizza il progetto di sicurezza partecipata a Udine.
Si è ufficialmente concluso il percorso di formazione dei volontari referenti della “Sicurezza partecipata”, il macro progetto che il Comune di Udine ha messo a punto con l’avallo del Ministero dell’Interno, primo protocollo del genere in Regione a ottenerlo, per affrontare in maniera innovativa il tema sicurezza, soprattutto nei quartieri. L’obiettivo è duplice: coinvolgere direttamente i cittadini volontari, adeguatamente formati e nei limiti del regolamento, per eventi che generano degrado urbano e interessano direttamente il territorio, ma anche rafforzare la collaborazione interforze nell’interesse dei cittadini udinesi.
Sono 50 i volontari che hanno partecipato ai corsi di formazione per entrare in servizio. Sono stati affrontati vari temi in ambito sicurezza tra cui la prevenzione dai furti nelle abitazioni private, i comportamenti da adottare per preservare il decoro pubblico, i più frequenti casi di microcriminalità che interessano i quartieri udinesi, le norme previste dal regolamento di polizia locale e infine le modalità di osservazione per fare una segnalazione qualificata alle forze dell’ordine. Al termine dei corsi intensivi i volontari si sono sottoposti ad un test per valutare il grado di acquisizione dei concetti affrontati, superandolo con ottimi risultati.
In queste settimane dopo la nomina da parte del Comandante di Polizia Locale Eros Del Longo dei coordinatori dei diversi gruppi di osservazione dei quartieri, le figure che saranno direttamente in collegamento con l’ufficiale di polizia locale, si provvederà all’organizzazione dell’operato dei referenti ed entro fine mese il progetto sarà ufficialmente operativo.
“Entro fine mese i volontari entreranno in servizio – spiega l’assessora alla Polizia Locale e Sicurezza partecipata Rosi Toffano – ma è sempre aperta la possibilità di candidarsi al progetto dal sito del comune di Udine. La partecipazione dei cittadini è una componente fondamentale per aumentare il senso di sicurezza. In questa prima fase del progetto – afferma l’assessora – possiamo contare su un buon numero di referenti, ma puntiamo ad allargare il numero di volontari. Del resto questo progetto, così come i consigli di quartiere partecipati, si fonda sull’attività volontaria dei cittadini, che agiscono nell’interesse della comunità, secondo un protocollo ben definito”.
Il ruolo dei volontari
I cittadini volontari svolgeranno attività di mera osservazione rispetto a fatti e circostanze che avvengono nel proprio quartiere di riferimento, con lo scopo di segnalarle alla polizia locale tramite il coordinatore. Non si tratta di segnalazioni di emergenze: per quelle rimane valido il numero unico 112. Non è prevista inoltre la possibilità di intervenire direttamente rispetto ad un evento a cui capita di assistere. Il referente, una volta osservato un determinato fatto, può segnalarlo al coordinatore, individuato tra i referenti, che provvederà ad inoltrare la segnalazione all’ufficiale di Polizia Locale preposto ai quartieri, con cui sarà direttamente in contatto.
Gli avvisi da parte dei cittadini riguarderanno esclusivamente fatti di cosiddetta microcriminalità, quindi sospetti di piccoli episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, persone in stato confusionale e evidente difficoltà, situazioni significative di pericolo e disturbo alla quiete pubblica, atti vandalici, presenza di ostacoli pericolosi sulle vie di comunicazione, presenza o eventuale fuga sospetta di mezzi di trasporto o persone palesemente sospette, sospetti fenomeni di bullismo, utilizzo indebiti di spazi pubblici, presenza in luogo pubblico di auto, moto o biciclette che si sospettano rubate. Per quel che riguarda la presenza di persone in difficoltà o senza fissa dimora verranno coinvolti anche i Servizi Sociali del Comune.