Il progetto per la ex Bertoli di Udine.
Una petizione e raccolta fondi per la messa in opera di un bosco urbano nell’area della ex Bertoli. Dopo anni l’area di circa 11 ettari dell’ex acciaieria Bertoli a Udine nord è stata finalmente bonificata dall’amianto ma ancora verte in stato di degrado.
Con alcuni tentativi di vendita già andati a vuoto, la base d’asta è scesa a circa 7,5 milioni di euro, e la prossima sarà a fine agosto 2020. La Giunta comunale di Udine, intanto, tramite l’assessore alla pianificazione urbanistica sta valutando una variante urbanistica per avvicinare un fondo investimenti estero, già proprietario del centro commerciale Terminal Nord adiacente alla medesima area.
Qui si contano già oltre 400 alberi spontanei, e nasce così la proposta per i cittadini, le associazioni, l’imprenditoria locale, le fondazioni e le banche del territorio, per co-progettare il futuro della provincia di Udine.
Co-progettazione significa ridistribuire i futuri utili ottenibili dalla realizzazione del progetto proporzionalmente alla donazione effettuata.
Tra fine 2019 ed inizio 2020, è nato un comitato spontaneo di cittadini (promosso da Fridays For Future Udine), il quale ha elaborato una proposta per recuperare l’area e restituirla alla collettività che prevede il recupero della struttura in acciaio per creare una serra botanica, con spazi espositivi per prodotti locali ed eventi; una zona agroalimentare dal produttore al consumatore; un bosco urbano con spazi di aggregazione (museo, didattica, arte, sport, giochi, chioschi); un parco per la tutela ambientale e l’innovazione tecnologica nel settore delle rinnovabili in collaborazione con l’università̀ di Udine; la produzione di energia rinnovabile fotovoltaica ed idroelettrica; dei punti benessere per anziani; il recupero edifico e strutture del battiferro per realizzare un museo con laboratori dell’artigianato e della produzione industriale locale.
L’investimento previsto ammonta a 10 milioni di euro, di cui 7,5 milioni per comprare l’area all’asta e il resto per recuperare le strutture esistenti e realizzare le restanti bonifiche. Il ritorno economico arriverebbe dalla vendita di energia rinnovabile, dall’affitto degli spazi espositivi e dalla vendita dei biglietti per i laboratori e l’ingresso al museo.