La protesta degli immigrati a Udine.
Sono state circa 200 persone che questa mattina riunite nelle strade di Udine per manifestare a favore dei diritti delle persone straniere. La manifestazione, organizzata dalle comunità straniere locali, ha visto la partecipazione attiva dell’associazione culturale Time for Africa. Tra i promotori dell’iniziativa anche Kofi Bonsu, già candidato al consiglio comunale di Udine.
La lentezza nel rilascio dei permessi di soggiorno, le difficoltà nell’ottenere i nulla osta per i ricongiungimenti familiari e la scarsa attenzione verso coloro che si trovano al di fuori dei sistemi di accoglienza sono stati i punti principali della protesta. Queste problematiche hanno spinto le associazioni di immigrati del Friuli Venezia Giulia a scendere in strada e a chiedere un cambiamento radicale.
In testa al corteo uno striscione con la frase: “Cittadini e stranieri uniti per un futuro migliore”. La marcia, che ha attraversato diverse zone della città, si è conclusa con un raduno in cui i partecipanti hanno potuto esprimere le loro opinioni e ascoltare i discorsi dei leader delle associazioni coinvolte.
I motivi della protesta.
“Le discriminazioni istituzionali nei confronti dei richiedenti asilo e degli immigrati, da anni residenti in questa regione, non si attenuano – spiega l’associazione Time for Africa – . Sempre più difficile richiedere un permesso di soggiorno, il rilascio di un nulla osta da una ambasciata italiana in Africa, è impresa impossibile. Per trovare un alloggio, una casa in affitto a Udine è una sfida continua e, quando si trova, devi fare i conti con i vincoli dell’idoneità abitativa, spesso discriminatoria nei confronti degli immigrati. Per non parlare delle lunghe file quotidiane davanti alla questura, denunciate a più riprese dalla rete DASI e dai cittadini di viale Venezia. Non dimentichiamo poi le persone fuori accoglienza che, ancora oggi, nonostante tutte le istituzioni ne siano a conoscenza, non si vedono soluzioni dignitose per queste persone costrette a vivere per strada rendendosi invisibili”.
“Ci vuole un cambio di passo da parte della Questura che non è in grado o non vuole, migliorare efficienza e produttività nei confronti delle legittime richieste dei migranti. Da parte dell’Amministrazione Comunale un cambio di passo concreto per rispondere ai bisogni reali degli immigrati qui residenti”, conclude l’associazione.