La protesta contro il Green Pass a Udine.
Sulla mascherina ha scritto: “Credere, obbedire, vaccinare”. “Sí, il riferimento è proprio al Ventennio”, dice Livio, imprenditore del settore arredamento della Carnia. “Siamo in dittatura sanitaria”, prosegue ripetendo un mantra che è già ben noto. La volta scorsa che era sceso in piazza con il suo slogan sulla mascherina si era contenuto: “Nè olio di ricino, nè il vaccino”. “Ma questa volta qui la situazione è ancora peggio”, aggiunge l’imprenditore. Livio è uno dei tanti manifestanti scesi in piazza, oggi pomeriggio a Udine, insieme a molte altre città d’Italia, per protestare contro il decreto del Green Pass.
Vicino a lui, c’è Nora, di origine uruguaiana, “ma da tanti anni a Udine”, che afferma: “Sono contraria a tutto. Quello che è stato detto su questa pandemia è tutto falso”, alzando anche lei il suo cartello di “lotta”. Tra i contrari al vaccino c’è anche Dragan, artigiano serbo dell’edilizia, che sentenzia: “Conosco alcuni che si sono vaccinati, che hanno preso il coronavirus lo stesso”.
C’è tanta voglia di far sentire la propria voce tra la folla in piazza Libertà. Mario è un ex insegnante che tiene sulla spalla la bandiera italiana. “Serviva una risposta forte contro le decisioni del governo. È una forma di discriminazione questa del Green Pass, specie verso i giovani”, afferma.
Da Buja, insieme ai figli, è arrivata Selena. “Loro la pensano come me”, dice indicando i bambini. Sul cartello ha scritto: “Cumo vónde, adesso basta”. “L’ho pensata io questa frase – assicura -. Siamo qui a prescindere dal vaccino, per il quale ognuno può fare ciò che vuole. Però non trovo corrette queste limitazioni e magari costringere alla Dad i bambini da settembre”.
E ai suoi figli pensa anche Lorena di Pozzuolo, che lavora in un magazzino. “I colleghi mi guardano storto perchè non mi sono ancora vaccinata – spiega -. Ma io non sono una no vax. Sto solo aspettando di vedere le cose. Sono qui però anche per il futuro delle mie figlie”.