La proposta di intitolazione alla levatrice Maria Candusso.
Durante la presentazione del libro sullo scoppio di Sant’Osvaldo, scritto dall’insegnante e storico Gaetano Vinciguerra, avvenuto sotto la Loggia a Udine, in occasione dell’anniversario 27 agosto 1917 – 27 agosto 2021, é stata consegnata all’assessore comunale alla Cultura Fabrizio Cigolot una proposta per intitolare alla levatrice Maria Candusso una via o la rotonda nel quartiere.
Massimo Turco ha consegnano la lettera anche al sindaco Pietro Fontanini ed all’assessore Alessandro Ciani, che ha la delega alla toponomastica, a nome del Gruppo culturale Parrocchiale Sant’Osvaldo, dello storico Vinciguerra, della scuola dell’infanzia della parrocchia stessa.
Maria Candusso fu protagonista di un episodio di eroico altruismo il 27 agosto 1917 in occasione dello scoppio dei depositi di munizioni posti nella frazione di Sant’Osvaldo, in prossimità della sua stessa residenza. La mattina del giorno del disastro la levatrice si recò nell’abitazione di Giovanna Verdura, in via Lumignacco. Il marito, Alessandro Zuriatti, si trovava al fronte.
La giovane donna era a letto in attesa di dare alla luce un bambino. Alle 10.45, in un momento particolar critico del parto, avvenne il primo tremendo scoppio che fece crollare parte del soffitto della stanza in cui si trovavano, al piano superiore. I familiari presenti fuggirono, ma Maria Candusso non abbandonò la puerpera e presala in braccio la trasferì nel piano sottostante, riparando in cucina.
Un’ulteriore esplosione provocò un secondo crollo dell’edificio e la levatrice capì che era necessario abbandonare immediatamente la casa che stava rovinando. Riprese la giovane partoriente e fuggì nel cortile dove trovò rifugio in un piccolo rudimentale casotto in pietre e mattoni, alto appena un metro e mezzo, utilizzato come ricovero per la capra. Fu lì che la puerpera diede alla luce una bella e sana bambina, Albertina. Solamente alle cinque del pomeriggio, quando un camion militare portò al Brefotrofio la mamma con la bambina, la Candusso lasciò quel luogo di pericolo.
Conosciuto l’atto di valore compiuto dalla levatrice, il segretario della sezione demografia del Comune di Udine ne fece dettagliato rapporto alla Giunta Comunale la quale deliberò per essa un encomio speciale. In seguito ad interessamento del Comando Supremo, il Ministro dell’Interno informato del fatto, decretò a favore della levatrice una medaglia d’argento al valore civile con la seguente motivazione.
Nella convulsione di quei giorni la levatrice fu vittima di un’aggressione fisica. Il 30 agosto ricevette da persona ignota un pugno sul collo, non si sa perché, che produsse una ferita contusa guaribile in otto giorni. Un altro atto di grande abnegazione compì la stessa signora. Due mesi dopo, anch’essa fuggiva come la quasi totalità dei concittadini, a causa della caduta di Caporetto.
Dopo un viaggio disastroso giunse a Codroipo. Il libro “Lo scoppio di Sant’Osvaldo – Udine, agosto 1917” ricostruisce quei dolorosi momenti. Ora la proposta di intitolare alla levatrice Maria Candusso una via o la rotonda nel quartiere.