Il recupero dell’ex parco nella zona di Sant’Osvaldo a Udine.
“In questa fase iniziale della progettazione è necessario mantenere la memoria del luogo e salvaguardare le funzioni già presenti all’interno del parco quali ad esempio la riabilitazione, la salute mentale, le dipendenze, le strutture residenziali. Vanno quindi tenute in considerazione le esigenze di queste componenti, ma è necessario restituire alla città e al quartiere uno spazio di assoluto pregio con servizi capaci di
dare risposte in termini di sanità territoriale. Bisogna immaginare un’area dedicata alla memoria ma anche in grado di rispondere alle istanze del territorio così che quel muro fisico e mentale che c’è stato nei confronti del manicomio sia completamente demolito. Finita questa fase sarà necessario il coinvolgimento aperto alla discussione per le funzioni da insediare”.
Lo riferisce il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, al termine dell’odierna riunione a Udine con il tavolo tecnico deputato alla riqualificazione del comprensorio di via Pozzuolo sede dell’ex ospedale psichiatrico al quale hanno partecipato i referenti di Asufc, Arcs, della direzione centrale sanitaria della Regione, la soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, il presidente del Consiglio di quartiere Marco Bernardis e l’Università degli studi di Udine che ha il ruolo di disegnare in modo coerente lo sviluppo dell’area.
Proprio l’ateneo udinese, presente oggi alla riunione anche con Christina Conti del dipartimento politecnico di ingegneria e architettura, sta sviluppando con gli studenti e il collega Giovanni La Varra, nell’ambito del laboratorio didattico di progettazione del primo anno di laurea magistrale, alcune idee per la valorizzazione del patrimonio esistente e la rigenerazione dell’ex parco di Sant’Osvaldo. L’obiettivo è restituire alla cittadinanza degli spazi di condivisione, soddisfatte le esigenze funzionali sanitarie, tenendo conto di alcuni elementi quali sostenibilità, inclusione, salute e benessere e biodiversità. Gli studenti hanno sviluppato dei masterplan in gruppo e delle proposte individuali di progetto di parco urbano valorizzando alcuni edifici ubicati nell’area che presenteranno a febbraio nella loro sessione d’esame. Il risultato sarà condiviso anche con il tavolo tecnico.
Per Riccardi il metodo adottato con la partecipazione dell’ateneo, degli studenti e il coinvolgimento dei portatori di interesse è “da valorizzare: prosegue per obiettivi concreti e arricchisce un progetto complesso a cui dare risposte adeguate e coerenti”.