Riccardi premiato dal Lions di Udine.
La gestione della pandemia nei primi, terribili, giorni, l’organizzazione in tempi brevi della campagna vaccinale ma, anche, il peso delle decisioni più delicate prese in equilibrio fra il rigore richiesto dalla scienza e il desiderio di libertà della popolazione. A ripercorrere questi due anni di Covid-19 è stato il vicepresidente e assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, ospite del Lions Club Udine Host presso l’Astoria Hotel Italia. A Riccardi il presidente del Club udinese Carlo Delser, assieme al past governatore Giancarlo Buodo, ha consegnato la Melvin Jones, il riconoscimento lionistico più prestigioso.
“E’ una menzione – ha detto Delser – che vuole testimoniare l’eccellente gestione della pandemia e della campagna vaccinale in Friuli Venezia Giulia. Riccardi ha dovuto affrontare, nel 2020, una situazione gravissima e totalmente nuova. Non va dimenticato anche quanto fatto per organizzare la campagna vaccinale: con 2milioni 600mila dosi somministrate e 26 hub vaccinali creati da zero si è trattato di un lavoro enorme svolto in un tempo molto limitato”.
“Devo ringraziare – ha precisato Riccardi – tutti i nostri professionisti della salute, un esercito di donne e uomini appartenenti al sistema sanitario, alle farmacie, al volontariato. Avrei tanti aneddoti da raccontare, tanti quante sono state le decisioni difficili prese in tempi brevi, come quella di bloccare l’accesso ai parenti dei pazienti delle strutture residenziali o di chiudere le scuole. La nostra scelta di campo è stata quella di seguire la scienza ma è stato complicato gestire il rigore necessario soprattutto nei primi periodi della pandemia e la non comprensione delle scelte fatte da chi era al di fuori dal sistema sanitario. E’ stata un’esperienza difficile, ma di crescita”.
Nel corso della serata è stato toccato anche il tema attualissimo dell’ondata di profughi in arrivo nella nostra regione dalle zone di guerra dell’Ucraina. “E’ una questione – ha spiegato Riccardi – strettamente collegata a problematiche di tipo sanitario. Basti pensare che quello ucraino è il popolo meno vaccinato di tutta Europa e che, al momento, contiamo 4.500 profughi in regione, di cui 500 ospitati in strutture pubbliche e 4000 in case private”.