Proclamato lo stato di agitazione all’AsuFc.
A seguito dell’assemblea di tutto il personale della Dirigenza medica e sanitaria dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (AsuFc), Fp Cgil Udine, Anaao Fvg e Uil Fpl Fvg hanno ricevuto mandato di proclamare lo stato di agitazione.
Tre i punti cruciali che hanno portato alla decisione: la grave carenza di personale dirigente medico e sanitario in azienda; la mancata valorizzazione economica e professionale del personale dirigente medico e sanitario e la mancanza di garanzie del recupero della quota di 3.000.000 euro tolta alla Dirigenza medica di AsuFc a seguito dell’abolizione delle ex RAR e della “perequazione”.
“La grave disaffezione verso il Sistema Sanitario Pubblico e la fuga verso il privato trova radici per molta parte nel mancato sviluppo di queste tematiche, soprattutto per quanto riguarda la mancanza di adeguata valorizzazione, economica e non, del personale della Dirigenza Medica e Sanitaria” commentano Andrea Traunero (segretario regionale Fp Cgil Udine), Massimiliano Tosto (Segretario Regionale ANAAO FVG) e Stefano Bressan (Segretario Regionale UIL FPL FVG).
“A oggi riscontriamo una carenza di Dirigenti medici che si avvicina alle 100 unità, e a questo si aggiunge che c’è una continua emorragia di personale che fugge verso il privato. In tale quadro, ad oggi, la Direzione Aziendale AsuFc non ha fornito alcuna risposta ne garanzia in relazione ai 3.000.000 di euro tagliati alla Dirigenza Medica e anzi fa capire che quelle risorse non sono necessarie per dare i giusti riconoscimenti a tutti i professionisti che ogni giorno prestano la loro opera a favore dei cittadini, bensì vorrebbe finanziare le sole eccedenze orarie con risorse non storicizzate, impiegabili per progettualità o per incrementare il salario di base di tutti i medici”.
“Attorno a questi 3 milioni – continuano le sigle sindacali -, c’è un gravissimo clima di omertà sia da parte della Direzione Aziendale che da parte della Regione e questo è totalmente inaccettabile in quanto sono soldi pubblici. Non abbiamo nemmeno contezza che ci siano le risorse necessarie per pagare tutte le eccedenze orarie prodotte dal personale. In una situazione come questa ci risulta anche difficile credere che sarà possibile abbattere le liste d’attesa vista la grave carenza di organico e l’incertezza sui fondi, quindi i proclami fatti hanno più un sapore di campagna elettorale piuttosto che di una reale soluzione”.