Perché il friulano è una lingua? Il viaggio nella storia della marilenghe a Vicino/lontano

Perché il friulano è una lingua? Sarà una delle molte domande a cui verrà data una risposta sabato 11 maggio, alle 17.30, alla Torre di Santa Maria (via Antonio Zanon 24, Udine), in occasione della performance a due voci intitolata “Una splendida favella – L’avventurosa storia della lingua friulana e della sua letteratura”. Un evento promosso dall’ARLeF – Agenzia regionale per la lingua friulana nell’ambito del programma di Vicino/lontano, l’importante festival culturale con cui l’Agenzia collabora da lungo tempo per accendere i fari sul tema del friulano, in particolare, e del plurilinguismo, in generale.

In sessanta minuti Flavio Santi e William Cisilino ricostruiranno oltre un millennio di storia della lingua friulana e della sua letteratura. Lo faranno con accuratezza e ironia ripercorrendo i fatti che hanno portato alla nascita del friulano e alla sua affermazione come lingua.

Cisilino, direttore dell’ARLeF, e già vice-presidente dell’NPLD, il network europeo delle lingue minoritarie, ha ricordato come “sarà un’occasione per fare un viaggio inedito nella lunga storia del friulano. Capiremo quanto anche la lingua che parliamo oggi sia influenzata in maniera importante dalle popolazioni che sono passate, nel corso dei secoli, in Friuli. Lo faremo a partire dal friulano di tutti i giorni in cui sono presenti termini e modi di dire radicati in secoli di storia. Un itinerario che ci condurrà fino a oggi, per poi capire quale sarà il friulano di domani e in generale come funzionano le lingue”.

Ma sarà possibile comprendere anche come la letteratura abbia dato un fondamentale contributo al friulano: “Cercherò di dimostrare quanto la letteratura friulana sia da sempre modernissima e si colleghi con le grandi letteratura italiane ed europee, a cui non ha nulla da invidiare. A partire dalle prime poesie (una addirittura pare essere stata notata da Dante), passando per gli scritti di Ermes di Colloredo, Caterina Percoto fino ad arrivare a Pier Paolo Pasolini e anche a uno dei primi esempi di sceneggiato recitato completamente in lingua friulana e andato in onda, negli anni ’80, sull’allora neonata terza rete”, ha anticipato Santi, docente all’Università dell’Insubria, di origini friulane, già vincitore del premio “Viareggio- Rèpaci”, per la poesia, nel 2021 oltre che autore di due raccolte di poesie in friulano.

Una performance a due voci dalla quale uscirà, anche grazie a un racconto per immagini, un ritratto inedito sulla lingua friulana, quale sintesi delle culture che nel corso dei secoli hanno attraversato il Friuli.