In Friuli mancano medici di famiglia.
In Friuli pazienti senza medico di famiglia e professionisti in affanno. Al pari di quello che accade negli ospedali, anche sul territorio e la situazione è ulteriormente peggiorata. L’ultimo rilevamento è di questi giorni e prevede in provincia di Udine ben 51 zone carenti, pertanto più di 50.000 persone sono senza un medico di medicina generale. E le previsioni sul futuro non sono rosee. Non ci sono abbastanza Medici di Famiglia e nemmeno Pediatri di Libera scelta.
“Si è cercato di tamponare temporaneamente il problema incrementando il massimale di assistiti per medico da 1500 a 1800, ma non può essere questa la soluzione di una carenza strutturale causata da una mancata programmazione – afferma il presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Udine, Gian Luigi Tiberio – E’ un problema noto e segnalato da molto tempo, che non è mai stato affrontato con la dovuta e necessaria determinazione. Anche la Continuità Assistenziale rimane in grande sofferenza. Non si riesce a coprire tutti i turni e in molte zone il medico incaricato si trova a dover gestire anche il territorio limitrofo senza copertura, con notevole sovraccarico lavorativo. Il progetto di riorganizzare la medicina del territorio, di cui si parla da molti anni non decolla. Con centinaia di pazienti anziani e multiproblematici da seguire, incombenze burocratiche soffocanti, orari massacranti, la vita dei medici di medicina generale è diventata impossibile, tanto che alcuni, esasperati, decidono di dimettersi. Lo stesso avviene anche per alcuni giovani colleghi che iniziano l’attività e dopo pochi mesi gettano la spugna, travolti dai carichi di lavoro insostenibili, senza l’indispensabile organizzazione”.
“E’ sempre più evidente – aggiunge il presidente – la necessità di disporre del personale di supporto: collaboratore di studio e infermiere, che aiutino il medico nella gestione dello studio, per poter dare risposte adeguate alle crescenti richieste di salute della popolazione. Il Medico di Medicina Generale è cruciale, rappresenta infatti l’anello di collegamento tra i cittadini, i servizi specialistici e l’ospedale. Dobbiamo lavorare per rendere attrattiva la medicina generale riqualificandola adeguatamente, basti pensare che la borsa di studio attualmente è circa la metà di quella della medicina specialistica” precisa, facendo riferimento al valore delle borse di studio che sono di 800 euro per la medicina generale e di 1.800 euro per le specialità.
E’ uno degli effetti per cui, probabilmente, l’ultimo bando di concorso per l’ammissione di 57 Mmg al corso triennale di formazione specifica in Medicina Generale 2023/2026 della Regione Friuli-Venezia Giulia ha fatto registrare solo 39 domande. “E’ una perdita importante – commenta Tiberio – si tratta di quasi il 30% in meno, mentre per il triennio precedente era stato del 5%. E’ un segnale da prendere in considerazione, soprattutto se pensiamo che a settembre, con il bando per le specialità, qualcuno sceglierà quelle, anche alla luce dell’aumento di posti disponibili che hanno, di fatto, aperto un’autostrada verso le specialità e non verso la medicina di base”.
Il monito alle istituzioni.
“Con tutti questi problemi sul tappeto devo purtroppo nuovamente sottolineare con aumentata preoccupazione il perseverare nello scarso o nullo coinvolgimento dei medici nella programmazione sanitaria regionale – afferma Tiberio – Abbiamo cercato di stimolare un proficuo confronto aprendo dei tavoli di discussione, con i vari stakeholders, sui temi aperti dal decreto 77 di attuazione del PNNR, ma con scarso risultato. Continueremo ciononostante a fornire tutta la nostra disponibilità a lavorare per adeguare, alle necessità del nostro tempo, il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale basato sui principi che ne ispirarono la nascita: universalità, equità, uguaglianza. Principi che coincidono con i capisaldi del nostro Codice di Deontologia medica: umanità, solidarietà, sussidiarietà, tutela della salute individuale e collettiva, senza discriminazione alcuna, attuata attraverso la tutela della dignità, decoro, indipendenza e della qualità della professione. Per fare bene tutto questo e per impiegare bene le risorse messe a disposizione ritengo indispensabile il coinvolgimento della professione medica. Il nostro Servizio Sanitario non va stravolto ma va migliorato, e c’è molto da fare. Ed è solo attraverso il contributo fondamentale di chi deve poi operare nel sistema che è possibile individuare gli strumenti necessari per poter raggiungere gli obiettivi di salute che ci siamo prefissati”.
I dati.
Tra tante problematiche, almeno un dato positivo c’è. Attualmente all’Ordine sono iscritti 3.739 Medici Chirurghi, mentre sono 538 gli odontoiatri a cui si aggiungono 7 società tra professionisti e 238 doppi iscritti, per un totale di 4.039 persone fisiche. Nel corso del 2023 sono state registrate 114 nuove iscrizioni, di cui 94 per prima iscrizione, 19 per trasferimento, 1 doppia iscrizione, a fronte di 39 cancellazioni (15 per decesso, 13 per trasferimento da altro ordine, 4 per trasferimento all’estero, 7 per cessata attività). Il saldo complessivo, dunque, è positivo, con 75 nuovi iscritti a cui se ne aggiungono 4 per l’albo degli Odontoiatri.