La sentenza per l’omicidio di Udine.
Vincenzo Paglialonga condannato all’ergastolo E’ arrivata nella serata di ieri la sentenza per l’omicidio di Lauretta Toffoli, la 74enne, uccisa nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2022.
La sentenza ha accolto in gran parte le richieste dell’accusa, presentate dal pubblico ministero. Tante le prove che inchiodano Paglialonga, già ai domiciliari al momento del crimine. I fotogrammi di una telecamera di sicurezza che riprendeva i movimenti dell’imputato tra il suo appartamento e quello della vittima, testimonianze di un vicino di casa che ha sentito grida di aiuto provenire dalla casa di Lauretta Toffoli, e la sua esitazione a rispondere alla porta quando gli agenti delle volanti sono intervenuti a seguito di una manomissione del suo braccialetto elettronico.
Proprio questo lasso di tempo, secondo l’accusa, avrebbe permesso a Paglialonga di cercare di eliminare le prove dell’omicidio. La polizia, dopo una perquisizione, ha infatti trovato il coltello con il quale Lauretta è stata colpita 39 volte, lavato frettolosamente. Nell’incavo del manico sono state scoperte tracce di sangue della vittima insieme al DNA dell’imputato. Sono stati scoperti anche dei calzini sopra la lavatrice con tracce di sangue e DNA della vittima, ma non di Paglialonga. Il movente sembra essere stato il rifiuto della signora Toffoli di consegnare ulteriori soldi al suo vicino.
La difesa di Paglialonga, ha cercato di ribaltare l’accusa sostenendo che l’imputato avrebbe cercato di simulare una rapina una volta scoperto l’omicidio, temendo di essere sospettato. Tuttavia, il giudice e la giuria hanno respinto questa versione, sostenendo che mancava un movente logico per uccidere la vicina che gli dava soldi e lo aiutava.