L’omaggio di Udine a Enzo Cainero: il suo nome nel famedio dei benemeriti

Enzo Cainero nel famedio dei benemeriti di Udine.

Udine omaggia Enzo Cainero, il patron delle tappe friulane del Giro d’Italia, scomparso a fine gennaio dell’anno scorso: oggi, al cimitero monumentale di San Vito, infatti, si è tenuta la cerimonia per l’iscrizione del suo nome nel famedio dei benemeriti.

“La targa oggi scoperta in memoria di Enzo Cainero rappresenta un simbolo importantissimo dell’eredità che questa straordinaria persona ha lasciato alla nostra comunità. Le future generazioni avranno modo di chiedersi chi è stato Enzo Cainero e di scoprire la grandezza che ha dimostrato nella sua vita. Il suo impegno nello sport, nell’associazionismo, nel volontariato e in numerosi altri campi ha creato fondamenta solide su cui è possibile continuare a costruire qualcosa di grande per la nostra regione. È questa la ricchezza più grande che abbiamo ricevuto dalle sue opere” ha detto il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga.

Alla cerimonia di scoprimento della targa, hanno partecipato anche gli assessori regionali Riccardo Riccardi e Barbara Zilli, il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, Andrea Cainero, Paolo Urbani (attuale coordinatore delle tappe friulane del Giro d’Italia) e numerose altre autorità.

“Sulla scia del lavoro da lui svolto – ha aggiunto Fedriga – proseguiremo l’impegno di portare il Giro d’Italia sulle strade della nostra regione e già nel 2025 la corsa rosa farà tappa sulle nostre strade per un intero fine settimana. Per noi è una doppia responsabilità: continuare a promuovere il Friuli Venezia Giulia tramite lo sport e onorare quanto Enzo ha fatto per la nostra terra”.

“Come amministrazione siamo orgogliosi di poter iscrivere il nome di Enzo Cainero nel famedio dei benemeriti della città di Udine – ha detto il sindaco De Toni -. E’ giusto ricordare che quest’iniziativa è nata con l’amministrazione precedente, a cui abbiamo dato continuità. La decisione di iscrivere il suo nome nel famedio è giusta e doverosa per il ruolo che ha rappresentato per Udine e il Friuli, come professionista, come manager sportivo e per il suo impegno civico, visto che si candidò anche come Sindaco della città”. 

“Enzo Cainero, che ho avuto il privilegio di conoscere, è stato un grande uomo di sport, non solo un grande friulano. Innamorato della sua terra, ha portato il Friuli-Venezia Giulia al centro del mondo sportivo internazionale. Per me è sì l’esempio di un friulano artefice delle sue fortune, ingegnoso e capace di costruire e risolvere ogni tipo di situazione, ma riuscendo a portare il concetto del fasin di bessoi ad un livello più alto: costruire sì, realizzare sì, ma con la partecipazione di tutti, credendo che il Friuli di tutti meritasse le vetrine più importanti. Ha sempre saputo coinvolgere chi gli stava a fianco nel nome di una friulanità che andava a tutti i costi “esportata”. Alpino, amico della protezione civile e dei tanti fogolars furlans all’estero, il profondo amore per la sua terra è stata la cifra e il significato di ogni opera che ha compiuto. Per questo Udine e il Friuli lo ringraziano ancora una volta e lo iscrivono nel famedio dei benemeriti della città”. 

Nell’occasione, il ricordo pubblico di Cainero è stato affidato alle parole dell’assessore Riccardi, che ha tracciato il profilo di “un grande dirigente sportivo, spesosi per la nostra regione con profonda dedizione” e di “una figura illustre della recente storia cittadina, a cui va attribuito il riconoscimento di una fama internazionale per aver dedicato la sua vita a vantaggio della sua terra, operando peraltro in maniera sempre discreta e con grande umiltà”.

Riccardi ha ricordato anche la sua “generosità fuori dal comune, in controtendenza con le manifestazioni di egoismo a cui troppo spesso assistiamo nel presente”, e il “coraggio” avuto da Cainero di “osare per rendere più grande il Friuli Venezia Giulia“.

L’assessore Zilli, nel suo ricordo personale, ha messo in luce l’aspetto umano che caratterizzava Enzo Cainero, “custode orgoglioso dell’identità della nostra terra, a cui era profondamente e indissolubilmente legato, e sempre pronto a ragionare sul futuro della nostra comunità. Da questa umanità e generosità trasparivano tutta la sua passione e il profondo senso di appartenenza al Friuli Venezia Giulia, che si tramutavano nel desiderio di regalare alla sua gente emozioni uniche e indimenticabili”.