Un murales al quartiere Aurora di Udine.
Su un palazzo Ater a Udine è comparso un nuovo gigantesco murales: alto 13 metri, è l’ultima opera di Simone Mestroni, il “padre” del progetto “Città della Poesia” che ha già lasciato il suo segno su varie edicole e muri della città, raccontando la letteratura attraverso i suoi dipinti.
Nella zona est del capoluogo, Mestroni aveva già raffigurato l’alpino Riccardo Giusto, primo caduto italiano della Grande Guerra (al centro polifunzionale), il poeta Giosuè Carducci, primo italiano a vincere un Nobel per la letteratura (su un condominio Ater), il papa buono Giovanni XXIII sulla parete della scuola di via Cividale a San Gottardo.
A quei ritratti, ora si aggiunge quello di Giovannino Guareschi, giornalista e scrittore (uno degli italiani più letti al mondo) alla cui penna si devono le storie di Don Camillo e Peppone, da cui sono stati tratti i famosi film con Fernandel e Gino Cervi. Ad accompagnare il grande murales, c’è una citazione tratta proprio dallo scrittore, che nella seconda guerra mondiale fu imprigionato in un lager nazista da cui tornò pesando 40 chili.
“Una banalissima storia – è la frase, scelta da Diario Clandestino -, nella quale io ho avuto il peso di un guscio di nocciola nell’oceano in tempesta, e dalla quale io esco senza nastrini e senza medaglie ma vittorioso perché, nonostante tutto e tutti, io sono riuscito a passare attraverso questo cataclisma senza odiare nessuno“. “Guareschi – è il commento dell’artista -, ha voluto sopraelevare un principio virtuoso quale il saper guardare l’uomo anziché il nemico, il fratello anziché l’ideologia”.