Polemiche a Udine per i nomadi ospitati in una casa del Comune.
Nomadi alloggiati in condizioni “di favore” nelle case comunali di Udine. È la denuncia, accompagnata da relativo mal di pancia, di Stefano Salmè, segretario politico della civica “Io amo Udine”.
“Per comprendere quanto sia grande la distanza tra la propaganda e la realtà di questa giunta comunale – attacca Salmè -, bisognerebbe rammentare visivamente la visita di sindaco e vicesindaco al campo nomadi abusivo di via Popone. “Qui non potete stare” fu la stentorea affermazione del sindaco Pietro Fontanini, ad uso e consumo delle telecamere e dei giornalisti chiamati all’uopo per l’intimazione di sgombero. Era il 14 febbraio di quest’anno e ad otto mesi di distanza il campo nomadi è ancora abitato da due dei tre nuclei familiari occupanti, come prova la foto da noi scattata che ritrae una donna nella roulotte”. L’immagine risale a ieri, ed è stata scattata alle 11.
E d’altronde – prosegue l’esponente della civica – erano stati proprio i nomadi ad affermare che “finchè non ci viene data una casa non ci spostiamo”. E la cosa più scandalosa di tutta questa vicenda è che la pretesa dei nomadi abusivi è stata accettata, perlomeno per una delle tre famiglie che abitavano nel campo. Il nucleo familiare che comprendeva tre minori è stato alloggiato in un appartamento di proprietà del Comune di Udine “in uno di quegli alloggi che dovrebbero servire alle emergenze abitative dei cittadini italiani”, sferza Salmè.
La determina comunale, firmata nell’agosto di quest’anno, chiarisce che la famiglia nomade ospitata non pagherà alcuna spesa di affitto. L’unica spesa che dovrà sostenere sarà una somma forfettaria mensile di soli 100 euro a titolo di rimborso per le spese di gestione delle utenze domestiche. “La domanda spontanea che si porrà ogni cittadino udinese – si chiede Salmè – è: quale famiglia italiana alloggiata in un immobile comunale gode di queste condizioni?”.
“Il privilegio accordato a questa famiglia rom – conclude l’esponente di Io Amo Udine – ridicolizza le affermazioni dell’assessore alla sicurezza, il leghista Alessandro Ciani, quando a proposito dei nomadi di via Monte Sei Busi dichiarò: penso che i rom siano come tutti gli altri, hanno gli stessi diritti ma anche gli stessi doveri”.
Ed ecco le conclusioni della lista civica: il campo nomadi a distanza di 8 mesi (e due anni e mezzo di mandato Fontanini-Ciani) non è stato sgomberato e un appartamento del Comune è stato affidato gratuitamente ad uno dei tre nuclei familiari nomadi, come premio per l’utilizzo abusivo del campo di via Popone. “Quando si dice – chiude Salmè – chiacchiere e distintivo”.