Crescono i casi di mobbing a Udine.
Sono stati presentati oggi i numeri complessivi raccolti dal Punto d’Ascolto Anti mobbing di Udine. Nella conferenza stampa la coordinatrice del servizio, l’avvocata Teresa Dennetta, insieme all’Assessora alle Pari Opportunità Arianna Facchini, ha illustrato l’attività dello sportello regionale. I numeri sono in crescita, a testimonianza di una sempre maggiore capacità di intercettare una problematica molto diffusa sul mondo del lavoro, tanto nel privato quanto nel pubblico.
I dati.
In totale, le persone che hanno beneficiato del servizio nel 2023 sono state 171, delle quali 118 erano donne e 53 uomini, contando tanto i nuovi accessi quanto le persone che già si erano rivolte allo sportello. Un sostanzioso aumento rispetto al 2022, da 151 a 171, soprattutto nella fascia di età dai 51 anni in su, dove gli accessi nel 2023 sono passati al 51% a fronte del 44% dell’anno precedente. Per le altre fasce d’età invece si è registrato un aumento dal 16 al 17% nella fascia tra i 31 e i 40 anni, un calo dal 32 al 25% nella fascia dai 41 ai 50 e infine rimane fissa al 7% del totale la fascia dai 20 ai 30 anni.
Le lavoratrici e i lavoratori vittime di mobbing del 2023 continuano ad essere impiegati per la maggior parte nel settore privato, anche se i numeri del settore pubblico hanno fatto un piccolo balzo in alto tra il 2022 e il 2023. Nel 2022, in percentuale, il settore privato rappresentava il 68% del totale, con il restante 32% che svolgeva un ruolo in ambito pubblico. Nel 2023 le persone con un impiego pubblico hanno raggiunto il 34 per cento del totale, mentre il restante 66, comunque la larga maggioranza, lavora nel privato.
Dato interessante anche quello relativo all’entità del contratto: il rapporto tra i lavoratori a tempo indeterminato e quelli con contratto a termine rimane pressoché invariato, anche se le persone con contratto a tempo indeterminato passano dal 93 all’89% del totale, in leggero calo. Entrando nello specifico dei casi registrati, sono soprattutto i mutamenti aziendali e i fattori di carattere socio-anagrafico a causare situazioni di disagio lavorativo. Le azioni di molestia, fino alle vere e proprie vessazioni, sono compiute soprattutto dai superiori o dai titolari, con 149 casi riportati, in aumento rispetto ai 133 del 2022. Stando alle testimonianze raccolte, le vittime di mobbing ascoltate hanno riferito che sono soprattutto i mutamenti aziendali e i fattori di carattere socio-anagrafico a causare le situazioni di maggior disagio lavorativo.
Mobbing: chi lo fa e i casi più comuni.
La questione di genere, in particolare, è assolutamente centrale sul tema del mobbing. Le azioni di molestie vengono attribuite soprattutto a superiori o colleghi di genere maschile, con 78 casi riportati a fronte di 57 dovuti al comportamento dei superiori e colleghe di genere femminile. Tra le azioni che causano disagio e insicurezza, le umiliazioni e le critiche ritenute eccessive sono state riportate complessivamente in 150 casi, un eccessivo controllo sul lavoro in 73, la marginalizzazione dall’attività lavorativa aziendale in 26 casi, fino allo svuotamento totale delle mansioni che è stato riportato da 18 persone, in aumento rispetto alle 12 del 2022. Entrando nel dettaglio, l’attribuzione di compiti dequalificanti ha riguardato 9 tra lavoratrici e lavoratori, la mancata assegnazione di compiti in 7 casi, in 5 casi i lavoratori sono stati esclusi dall’attività di formazione.Infine, un dato interessante sul livello d’istruzione di chi ha denunciato molestie nel 2023. La percentuale dei laureati aumenta da 41 a 57, mentre le diplomate e i diplomati salgono in percentuale dal 67 al 72%.
Il Punto di Ascolto di Udine.
Il Punto di Ascolto di Udine nasce da un progetto in partenariato tra l’associazione Educaforum Aps ed il Comune di Udine. Il PdA è uno strumento che la Regione Friuli Venezia-Giulia ha messo a disposizione gratuitamente per i cittadini che riscontrano difficoltà in ambito lavorativo, fornendo ascolto e consulenza gratuita. Il PdA offre inoltre, garantendo in ogni caso l’anonimato, un servizio di supporto legale, medico del lavoro e psicologico con un gruppo di lavoro costituito da un’operatrice di accoglienza, un avvocato giuslavorista, una psicologa psicoterapeuta e da un medico del lavoro. Lo sportello ha sede a Udine in Palazzo Belgrado ed è attivo il lunedì e mercoledì dalle 10 alle 18 e il giovedì dalle 10 alle 16.
“Il mobbing ha conseguenze gravi sul benessere psicofisico delle lavoratrici e dei lavoratori. Dato che gli accessi al punto di ascolto sono in aumento e i dati ci dicono che il servizio è efficace, oltre che essere completamente gratuito, abbiamo scelto di continuare a promuoverlo, rimanendo un punto di riferimento per lavoratori e lavoratrici di tutta la provincia udinese” spiega l’Assessora alle Pari Opportunità e Politiche Giovanili Arianna Facchini. “Il mobbing è un fenomeno che interessa le pari opportunità, sia dal punto di vista del lavoro che della salute delle persone, ancor di più considerando che la maggior parte delle vittime di vessazioni e molestie sul luogo di lavoro sono donne, circa il 70 %. Le due fasce di età più delicate nella vita lavorativa si confermano quelle maggiormente interessate dalla necessità di conciliare la vita professionale con il lavoro di cura, dalla maternità all’assistenza ai familiari più anziani”.