La mostra dedicata ai Krampus a Udine.
Da molti secoli, a dicembre, i demoni delle Alpi terrorizzano, puniscono, e a volte premiano, le popolazioni delle valli innevate delle nostre montagne. Una tradizione antica, quella dei Krampus, risalente all’epoca pre cristiana, che ogni dicembre si rinnova, nei giorni di San Nicolò, con il suo carico di mistero e ritualità.
I Civici Musei di Udine hanno approfondito questo tema, caratteristico del periodo invernale, con una rassegna dedicata al Museo Etnografico del Friuli, a palazzo Giacomelli, grazie alle fotografie e ai documenti raccolti sotto il nome “K. I diavoli delle foreste”. La mostra, inserita nel cartellone di “Natale in città”, sarà visitabile da oggi, 15 novembre, fino al 9 febbraio 2025, durante gli orari di apertura del museo, da venerdì a domenica dalle ore 10 alle 18, e sarà accompagnata da specifiche attività didattiche e laboratoriali.
“K. I diavoli delle foreste” è il risultato di un progetto durato cinque anni, realizzato dal fotografo padovano Roberto Masiero nella zona del Tarvisiano insieme alle associazioni delle valli. L’obiettivo dell’artista è quello di raccontare la persistenza e l’evoluzione di una tradizione popolare attraverso i suoi protagonisti più spaventosi, i Krampus, non solo durante il giorno dedicato a San Nicolò, ma in tutti i giorni dell’anno. Una volontà di creare un racconto dedicato in particolare ai bambini, svelando con l’immaginazione quale possa essere la vita dei terribili diavoli nei luoghi della montagna più inaccessibile. Un’esposizione ricca e potente che celebra anche il ricchissimo patrimonio naturalistico della millenaria foresta di Tarvisio.
La mostra.
L’esposizione si articola in due sezioni distinte: la prima mette in luce, attraverso materiale audiovisivo passato e recente, i caratteri tipici della tradizione e il valore che ne emerge dalle testimonianze di chi l’ha vissuto in prima persona e si ritrova ora anziano a tramandarne le emozioni e lo spirito. Segue una ampia sezione dedicata alle fotografie che Roberto Masiero ha realizzato in collaborazione con i gruppi Krampus della Val Canale durante i suoi anni di ricerca, divisa in sezioni contraddistinte dallo scorrere delle stagioni dell’anno.
“Quando le espressioni dell’essere umano diventano tradizione millenarie è perché si legano a bisogni ed esigenze senza tempo che le persone e le comunità hanno in quanto tali – ha commentato durante l’inaugurazione l’Assessore alla Cultura Federico Pirone – . In questo caso al Museo Etnografico abbiamo voluto raccontare i Krampus, una tradizione antichissima che nasce da un profondo interrogativo dell’essere umano verso ciò che è ignoto, irrazionale, maligno. Niente di ciò che umano ci è estraneo, e questa tradizione ci affascina ancora per la sua potenza e proprio per il suo richiamo alle emozioni primarie dell’uomo. Si tratta inoltre di un fenomeno a livello transfrontaliero, un rito che lega tutti i popoli alpini al centro dell’Europa di cui la nostra Regione è il fulcro”.
“E’ un progetto integrato, etnografico ma anche artistico e fotografico. Presentiamo circa 60 scatti che raccontano una tradizione, un incubo che si evolve nei 364 giorni all’anno i cui i Krampus non si vedono – aggiunge la curatrice del museo Etnografico Pamela Pielich – . E’ una narrazione che mette in gioco la parte pop, artistica e fotografica e che scambia il punto di vista partendo non dalla tradizione ma dall’arte”.
“Abbiamo voluto raccontare la vita di ogni giorno dei Krampus, dando una immagine concreta all’immaginazione dei bambini, con l’intento però di abbandonare la versione classica e adottando un nuovo punto di vista, inedito sia dal punto di vista estetico che di racconto, sulla tradizione – ha illustrato il fotografo Roberto Masiero – . E’ stato un lavoro impegnativo, nato da una vacanza nel Tarvisiano grazie al racconto di una donna anziana. Sono figure mitologiche esteticamente dirompenti che mi hanno colpito e per le quali abbiamo allestito dei piccoli set cinematografici nei luoghi più scenografici del Tarvisiano”.
Il fotografo Roberto Masiero.
Classe 1974, Roberto Masiero lavora nell’ambito della fotografia da circa 15 anni ed è titolare di uno dei maggiori studi fotografici del Veneto, “MC Studios”. Tra i suoi lavori in ambito pubblicitario si contano aziende come Piaggio, Diadora, Oviesse, Upim, Coin, Lee Jeans, Yoga, Peg Perego, Blauer, Brooks England, Bata Shoes, Maliparmi, Fini e altri brand internazionali.
Hanno parlato di lui BBC, Rai International, Corriere della Sera, La Repubblica. È autore del libro Fino all’oceano in Vespa e coautore per Mtv Italia. Ha collaborato con le Nazioni Unite, Save the Children, World Food Program effettuando reportage fotografici a Cuba, in Mozambico e in Giordania.