“Il Ministero della solitudine” in scena al teatro Nuovo Giovanni da Udine

Claudia Pajewski 2022 per Lacasadargilla

Al teatro Nuovo Giovanni da Udine per Itinerari nel teatro contemporaneo in scena “Il Ministero della solitudine”.

Continua  Itinerari nel teatro contemporaneo, un viaggio multidisciplinare nel panorama artistico dei nostri giorni ideato da Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine e CSS Teatro stabile di innovazione del Fvg in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Udine, che prevede quattro tappe a teatro – due al Giovanni da Udine e due al Palamostre – e di cui fa parte anche il progetto Immaginario Emma Dante. L’opera della regista siciliana tra teatro, cinema, lirica e letteratura.

Il prossimo appuntamento è in programma mercoledì 12 febbraio alle 20.30 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, dove sarà di scena “Il Ministero della solitudine”, uno spettacolo de lascasadargilla. Il lavoro nasce da una notizia di cronaca politica internazionale: nel gennaio 2018, la Gran Bretagna nomina ufficialmente un ministro della Solitudine, il primo al mondo, per far fronte ai disagi che questa può provocare a livello emotivo, fisico e sociale.  L’anno successivo inaugura il relativo Ministero, «istituzione dalla natura politicamente ambigua e dalle finalità incerte». A partire da questa vicenda, lacasadargilla e i registi Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni – cui è andato il Premio Ubu nel 2023 – inaugurano una riflessione su un luogo reale e immaginifico. Come si classifica una persona sola? C’è un sussidio di solitudine? In cosa consiste e chi ne ha diritto?

Il Ministero della Solitudine, una scrittura interamente originale di, con e per cinque attori, si avvale della collaborazione di Fabrizio Sinisi, che cura la drammaturgia del testo, e di Marta Ciappina che cura invece la drammaturgia del movimento, e indaga la solitudine innanzitutto come incapacità, come difficoltà del desiderio – oggetto non controllabile per definizione – a trovare una corrispondenza, avendo in sé una speranza troppo alta, spericolata o eccessiva, per potersi mai realizzare. O ancora quella solitudine in cui si sprofonda perché ciò che è successo è irrecuperabile, e non interessa a nessuno.