Le campane messe in silenzio da un parroco a Udine.
Gli hanno telefonato, minacciandolo di rivolgersi alle forze dell’ordine. E lui, anche per protesta, ha deciso di silenziare le campane della chiesa per due settimane.
Accade a Udine, nel quartiere di Sant’Osvaldo. A don Ezio Giaiotti non sono andate giù le lamentele, e tanto meno le invettive ricevute: “Vista la violenta protesta telefonica nei miei riguardi ricevuta per telefono, con minaccia di denuncia per disturbo della quiete pubblica e visto l’accusa di una mia grande insensibilità verso ammalati e bambini – scrive in un biglietto fuori dalla chiesa -, per venire incontro a tale disagio e tanta sofferenza invito la comunità a fare penitenza del suono che molti credono amico”.
Da qui la decisione, drastica, di ammutolire le tre campane, fuse nel 1958 da Giovanni Battista De Poli di Udine. “Per 15 giorni non suoneranno né per matrimoni, né per funerali, né per le domeniche e nemmeno per scandire la giornata come da antichissima tradizione presente nella Chiesa italiana”.
Ed ecco che per la protesta di qualcuno, a pagare saranno tutti. E don Ezio si toglie anche un sassolino dalla scarpa: “Questa terapia del silenzio – conclude nella sua lettera – sarà occasione per gli uni e per gli altri di meditare sulla presenza della chiesa in questo territorio“. Insomma, il sacerdote non l’ha presa proprio benissimo e molti parrocchiani sembrano già aver espresso la loro solidarietà. Il religioso, nel pomeriggio, ha annunciato però un dietrofront, su pressione dei parrocchiani, interrompendo lo “sciopero del silenzio”.