L’obiettivo è formare personale per i progetti di sport inclusivo.
L’Associazione Sportiva Udinese (ASU) continua a promuovere l’inclusione sportiva con il progetto “Sport e disabilità”, un’iniziativa che punta a rendere lo sport inclusivo e accessibile a tutti e fa da cappello a molte progettualità, come “A proprio agio”; “Giornata dello sport inclusivo”; “Ginnastica inclusiva Eisi”. Tuttavia, la crescente domanda di partecipazione si scontra con una carenza di personale qualificato. Per rispondere a questa necessità, ASU organizzerà nei primi mesi del 2025 un nuovo corso di formazione gratuito rivolto a operatori del settore sportivo ed educatori.
Le iniziative sono state presentate nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno partecipato il presidente dell’ASU, Alessandro Nutta, il direttore generale, Nicola Di Benedetto; il presidente di Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini; Marina Pittini, presidente della Fondazione Pietro Pittini; Giuliano Clinori, vicepresidente Csen nazionale, presidente della delegazione Fvg e direttore di Special Olympics Fvg oltre che membro della commissione Scuola dello sport del Coni.
A oggi sono circa una ventina i ragazzi che hanno aderito al progetto, accompagnati circa una decina di tecnici, “un numero non sufficiente – ha sottolineato Nutta – tanto che al momento non siamo in grado di soddisfare la domanda per le nostre discipline, ovvero la ginnastica artistica, ritmica, il parkour e la scherma”. È per questa ragione che, come già fatto in passato, ASU e i suoi partner (CSEN e Scuola dello sport del Coni) stanno lavorando per organizzare (nei primi mesi del 2025) un nuovo corso di formazione gratuito per chiunque, con riconoscimento del titolo nazionale sportivo.
“La formazione sarà condotta da un gruppo di specialisti (psicologi, medici e educatori professionali) e rivolta a operatori del settore sportivo che desiderano ampliare le proprie competenze sulla disabilità, ma anche, e soprattutto, a educatori o insegnanti di sostegno delle scuole dell’infanzia o primarie, persone che, per esperienza e formazione, hanno la giusta predisposizione all’accompagnamento e alla formazione di disabili”, ha aggiunto di Benedetto.
L’inserimento del disabile all’interno del gruppo sportivo sarà poi coordinato con l’esperto referente del corso, cercando, di volta in volta, la soluzione più adeguata all’atleta. Il personale qualificato così formato avrà il compito di educatore – in affiancamento al tecnico docente referente del corso – con il fine di accompagnare la persona con bisogni speciali all’interno di un percorso sempre più condiviso con gli altri utenti. Una progettualità che però non si intende far restare solo di ASU: “Vorremmo poterlo rendere multidisciplinare, coinvolgendo attivamente anche altre associazioni e società sportive, afferenti ad altre discipline, con i loro istruttori e presso le loro sedi”, ha fatto sapere ancora Nutta, sottolineando come ASU potrebbe essere l’incubatore.
Quello che è emerso è quindi la necessità di individuare nuove maestranze per lavorare con bambini e ragazzi con disabilità. Personale adeguatamente formato per rispondere a esigenze speciali e assolutamente personali (non esistono due persone con le medesime esigenze): “Siete tutti invitati a partecipare – ha sottolineato il dg -, come detto, il corso sarà gratuito anche grazie al sostegno di partner fondamentali come la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, attraverso l’Ente di Promozione Sportiva E.I.S.I. (Ginnastica inclusiva, un progetto sperimentale di lavoro di gruppo), la Fondazione Pittini (A proprio Agio/Giornata dello sport inclusivo) e la Fondazione Friuli (Bando Welfare/A proprio Agio), che per prima ha sostenuto il nucleo di questo progetto”.
“A proprio agio” (progetto dell’ASU, organizzato in collaborazione con Csen Fvg, Special Olympics Fvg, scuola regionale dello Sport Coni Fvg, e sostenuto da Fondazione Friuli), coordinato da Chiara Candelotto, ha già dato i suoi frutti nel corso di questi anni e, nel 2024, in particolare, ha visto l’inserimento di bambini con disabilità all’interno di corsi; il personal training con portatori di disabilità gravi; e il monitoraggio di piccoli con disabilità, ma capaci di stare all’interno del gruppo senza affiancamento. Accanto a ciò è continuata la formazione, con un ciclo di conferenze e il reclutamento di personale, che però tutt’ora non è sufficiente. Ora, dunque, l’ambizione è quella di crescere per poter fornire questo importante servizio a più persone possibili.
Le dichiarazioni.
“Nell’ultimo anno – ha affermato, in una nota, Mario Anzil, vicepresidente e assessore regionale alla cultura e allo sport – abbiamo rivolto grande attenzione ai progetti di sport inclusivo, come quello dell’ASU, a cui va il nostro plauso. Uno degli obiettivi che ci poniamo è sicuramente quello di continuare su questa linea, stanziando risorse e lavorando per rimuovere le barriere che impediscono alle persone con disabilità di partecipare attivamente all’attività sportiva. Parallelamente, pensiamo sia indispensabile intervenire sulla formazione e sulla sensibilizzazione del personale, affinché ogni operatore sia messo nelle condizioni di accompagnare in modo consapevole e responsabile qualsiasi atleta”.
“Fin dall’inizio abbiamo creduto e sostenuto l’idea dell’ASU, non solo di inserire davvero tutti i bambini e i ragazzi all’interno dei vari corsi, ma anche di formare appositamente i tecnici sportivi per affrontare le varie forme di disabilità – ha detto il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini -. Ed è un’idea che a noi piace moltissimo perché pone al centro la persona e crea attorno un ecosistema sociale in grado di rendere le differenze non un ostacolo bensì un arricchimento per tutti”.
“Siamo felici di sostenere anche quest’anno la festa dello sport inclusivo, un evento che celebra la diversità e l’inclusione – ha dichiarato Marina Pittini, presidente della Fondazione Pietro Pittini -. Grazie a queste iniziative, ogni individuo, indipendentemente dalle proprie capacità, può sentirsi accolto, valorizzato e parte di una comunità. Lo sport ha il potere di abbattere le barriere e favorire l’unione tra le persone. Ogni sorriso e ogni traguardo raggiunto ci ricordano quanto sia fondamentale continuare a investire in iniziative che promuovono l’inclusività e la partecipazione attiva”.
“Il progetto, partito dall’ASU con la collaborazione della Fondazione Friuli, è un appuntamento che da alcuni anni ci vede impegnati come Ente di promozione (Csen). Anche in qualità di direttore di Special Olympics Fvg devo ribadire che è un’esigenza delle società trovare tecnici preparati alla disabilità. Senza contare le poche possibilità di aggiornamento in un mondo tanto vasto. Ho portato questo problema anche al Comitato Italiano Paralimpico chiedendo, per i tecnici, un riconoscimento ufficiale che dia la possibilità di lavorare in sicurezza e tranquillità” ha sottolineato Giuliano Clinori.