Le viti resistenti dell’Università di Udine nella vigna del Vaticano

“Un Rifugio nella Vigna – Borgo Laudato Si’ come modello di Sviluppo Sostenibile” è il titolo della tavola rotonda organizzata dal Centro di Alta Formazione Laudato Si’ (CAF–LS) che si è tenuta nel pomeriggio di giovedì 19 settembre 2024 presso il Palazzo San Calisto e ha visto la partecipazione di esperti internazionali in ambito di agricoltura sostenibile e viticoltura.

Gli esperti intervenuti si sono confrontati su tre aspetti fondamentali della Sviluppo Sostenibile: sostenibilità ambientale, sostenibilità economica e sostenibilità sociale. Si è scelto di proporre un approccio concreto alla riflessione su questi aspetti, misurandoli sul modello di agricoltura sostenibile e rigenerativa che si sta realizzando a Borgo Laudato si’.

Focus particolare del convegno è stato la presentazione del lavoro di ricerca, studio e messa a dimora della Vigna del Borgo Laudato Si’ e delle caratteristiche del vino, che verrà prodotto dalle uve piantate nella zona agricola delle Ville Pontificie.

La vigna rappresenta un nuovo modello di sostenibilità realizzato attraverso l’uso delle più avanzate tecnologie, una attenta riconnessione con la bio-diversità e la cura dell’ecosistema per realizzare concretamente la dimensione dell’ecologia integrale. Gli esperti incaricati dell’Università di Udine, coordinati dai professori Enrico Peterlunger e Roberto Zironi, hanno messo a dimora il vigneto “Laudato si’”, un vigneto costituito da varietà di viti di diversa origine e provenienza, capaci – nel loro insieme – di costituire un vino che simboleggia per la sua composizione una comunione nella diversità.

Il progetto della Vigna Laudato Si’ è frutto di una ricerca che ha consentito di scegliere varietà di viti resistenti a diverse malattie. Si tratta di varietà selezionate all’Università di Udine da ricercatori che hanno operato in collaborazione con l’Istituto di Genomica Applicata e i Vivai Cooperativi Rauscedo.

Alla sviluppo della vigna stanno anche collaborando esperti e professionisti del settore, i quali detengono conoscenze tecniche all’avanguardia, assieme a operatori che si prendono cura della terra e della vite, attraverso la condivisione di saperi secolari, di tradizioni centenarie e l’apprendimento di nuove tecniche di lavoro. Sono i membri della Commissio de Fructu Vineae che è stata costituita all’uopo: Enrico Peterlunger, Roberto Zironi, Francesca Vimercati, Luigi Moio, Laurent Torregrosa, Antonio Dionisio Morata Barrado, Hans R. Schulz e Jancis Robinson.

Si tratta dunque di un’osmosi di saperi antichi e conoscenze innovative che permetteranno di realizzare un vino di alta qualità, frutto del rispetto dell’ambiente, della cura di ogni fase della sua realizzazione. La vigna così diventa un esempio tangibile di come sia possibile mettere in pratica un’agricoltura che sia di beneficio all’ambiente, al territorio, agli operatori del vigneto e ai fruitori del vino.

Tutto ciò richiede di codificare una sorta di grammatica del vino che dia significato e forma al lavoro dell’uomo, al suo rapporto con la terra e alla capacità di generare bellezza attraverso il lavoro. Impegno del CAF–LS infatti è rendere Borgo Laudato si’ un modello replicabile, che possa contribuire alla diffusione e al consolidamento di quella cultura della cura che preserva la Casa Comune e promuove lo sviluppo umano integrale di ogni essere umano, con particolare attenzione all’inclusione di quanti vivono in condizione di vulnerabilità.

Questo del resto il mandato che la commissione di esperti internazionali ha ricevuto durante l’incontro con Papa Francesco accompagnati da Padre Fabio Baggio, direttore generale del Centro di alta formazione. Il Santo Padre ha infatti sottolineato nel suo saluto ai presenti come si sia “particolarmente rallegrato del fatto che, tanto per la coltivazione quanto per la produzione agricola – e in particolare della vigna -, è previsto un ingente impiego di manodopera. Questo risponde all’intenzione concordata all’inizio di impegnarsi per il ripristino delle relazioni buone e feconde tra la famiglia umana e il creato, attraverso un lavoro che si prende cura e custodisce quanto affidatoci dal Creatore”.