Vinicius Bellemo, laureato da poco, è il regista di un’opera di fantascienza ispirata al periodo del Covid
I nuovi talenti della settima arte nascono anche all’Università di Udine. Vinicius Bellemo, laureato da poco al Dams, presenterà al Trieste Science+Fiction Festival il suo cortometraggio d’animazione “Neon Lights” nato come progetto per la tesi di laurea.
Sarà proiettato al Teatro Miela il 31 ottobre. Il cortometraggio è già stato selezionato per il Girona Film Festival e ha ricevuto la menzione d’onore all’International Monthly Art Film Festival di Atene. Bellemo, regista, co-sceneggiatore e produttore dell’opera, si è laureato con la tesi “Luci al neon: la produzione di un cortometraggio d’animazione” discussa con Marco Devetak docente di Cinema d’animazione, fumetto e grafica del corso di laurea Dams – Discipline dell’audiovisivo, dei media e dello spettacolo del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale.
Un cortometraggio di fantascienza
“Neon Lights” dura 20 minuti ed è un’opera di fantascienza che esplora il contrasto tra tradizione e innovazione, realtà e illusione, invitando lo spettatore a riflettere sulle fragilità del nostro presente.
“Il cortometraggio di Bellemo – spiega il coordinatore del corso di laurea in Dams, Simone Venturini – è un ottimo esempio della convergenza tra il corso di studi, i docenti, i collaboratori professionisti che lo animano e le infrastrutture laboratoriali a supporto dello stesso. Il cortometraggio presentato a Trieste è uno dei nodi di una costellazione di eccellenze stratificate provenienti dal Dams e che da più generazioni animano la produzione audiovisiva in Regione: entrando sui set, fondando e conducendo case di produzione, cooperative solo per fare alcuni esempi. E che trovano sempre più spesso accoglienza in ambito nazionale diventando prima studenti del Centro sperimentale di cinematografia e poi professionisti e creativi del settore e infine loro stessi docenti del Dams o dello stesso Centro romano. Tali exploit sono in buona parte stati resi possibili grazie al supporto dell’Ateneo e del Dipartimento”.
La trama
Nel 2053, durante la sesta grande pandemia, un vecchio necroforo affronta la perdita della moglie rifiutando di utilizzare il “Cubo dei miracoli” che automatizza le sepolture. Sceglie, invece, un funerale tradizionale, scavando la tomba con una pala. Al contrario, una giovane becchina, attratta dalle innovazioni, vede nel Cubo un simbolo di progresso.
“Neon Lights – spiega Bellemo,– nasce dalle mie riflessioni sul periodo del Covid-19 e su come la pandemia abbia esposto le fragilità e le contraddizioni del tardo capitalismo. Durante questo periodo, la crescente automazione del lavoro e la svalutazione della vita umana sono diventate ancora più evidenti. Con il mio film ho voluto esplorare queste tematiche in chiave fantascientifica, interrogandomi sul ruolo della tecnologia nelle relazioni di produzione attuali”.