Partita Italia-Israele, arriva il patrocinio del Comune di Udine

Concesso il patrocinio per la partita Italia Israele.

Dopo settimane di discussioni e polemiche il Comune di Udine ha ufficialmente concesso il patrocinio alla partita di calcio tra Italia e Israele, prevista per il 14 ottobre. La decisione è stata comunicata dal sindaco Alberto Felice De Toni. L’amministrazione comunale ha spiegato di aver dovuto affrontare una situazione complessa, dove ogni scelta sembrava implicare una presa di posizione politica rispetto al conflitto tra Israele e Palestina.

Secondo quanto dichiarato dal sindaco, la concessione del patrocinio avrebbe potuto essere interpretata come un sostegno a Israele, mentre la sua negazione sarebbe potuta apparire come una scelta favorevole alla Palestina. Proprio per questo motivo, De Toni ha sottolineato come l’obiettivo fosse quello di mantenere una posizione di neutralità, definita come “equi-vicinanza”, e non di equidistanza.

Alla fine, la soluzione definitiva è stata trovata grazie alla collaborazione con l’associazione toscana Rondine-Cittadella della Pace, un’organizzazione impegnata nella risoluzione creativa dei conflitti. Il sindaco ha spiegato che il coinvolgimento di Rondine ha permesso di trasformare l’evento sportivo in un’occasione di dialogo e riflessione sulla pace. De Toni ha riferito che, dopo aver contattato il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, l’idea di fare dell’incontro un simbolo di pace, con il supporto di Rondine, era stata accolta con favore.

Le parole del sindaco De Toni.

“Il Comune di Udine è sempre stato per la pace e contro i conflitti – ha spiegato il sindaco De Toni – . In questi mesi abbiamo lavorato a fondo per costruire un’occasione di dialogo e di pace associata alla partita e finalmente possiamo annunciare di esserci riusciti grazie alla collaborazione con Rondine Cittadella dello Sport, Federcalcio e Ministero dello Sport”.

“La decisione è legata al nuovo piano di dialogo e di costruzione della pace che siamo riusciti ad associare a quello sportivo della partita di calcio che Udine ospiterà lunedì prossimo. Un nuovo piano unitario, potenzialmente generativo, rispetto a quello sportivo, potenzialmente divisivo se strumentalizzato. Abbiamo voluto fare un passo avanti”, chiarisce il primo cittadino. “Quando lo scorso luglio non ho concesso il patrocinio, avevo sostenuto come la politica non potesse ignorare gli sviluppi della guerra in Medio Oriente. Lo credevo allora – continua il Sindaco – e lo credo oggi che siamo spettatori di un’escalation di violenze e atti di guerra, con nuovi paesi coinvolti in uno scenario ancor più preoccupante e sempre più privo di soluzioni”.

Alla luce di questo, il sindaco De Toni aveva subordinato la concessione del patrocinio alla partita a tre circostanze: il cessate il fuoco, ad oggi lontano, la devoluzione dell’incasso della partita in favore delle vittime della guerra, anche questa risultata non percorribile e, la terza, la creazione di un momento di pace che facesse da sfondo alla partita. E così è stato. Nell’immediato futuro infatti a Rondine, in Toscana, si terrà un incontro istituzionale di pace organizzato dall’associazione Rondine – Cittadella della pace, che vedrà coinvolti il Comune di Udine, la Federazione Italiana Gioco Calcio, il Ministero dello Sport e tutti gli attori che vorranno aderire all’invito di Rondine.

“Ringrazio Rondine e il suo presidente Franco Vaccari per aver accolto il mio invito a collaborare e per aver immaginato un punto di incontro che coinvolgesse tutte le istituzioni. Ringrazio il presidente Federale Gabriele Gravina e il Ministro dello Sport Andrea Abodi che hanno appoggiato da subito l’iniziativa. La speranza – l’auspicio di De Toni – è che l’invito venga colto anche dalle altre istituzioni chiamate in causa, come già fatto dall’Arcivescovo di Udine Mons. Riccardo Lamba, per fare in modo che l’incontro di Rondine sia un’occasione proficua di dialogo internazionale in favore della pace”.

“Come Sindaco non posso che auspicare che la guerra in corso cessi al più presto con la liberazione degli ostaggi. La guerra non può diventare un’abitudine. Come diceva Paolo VI: «Nulla è perduto con la pace! Tutto può esserlo con la guerra». Concedere il patrocinio alla partita – associata ad un evento di dialogo e di pace – non significa quindi prendere le parti di uno o dell’altro, e neppure mantenere una equidistanza, ma altresì significa assumere una equivicinanza sia nei confronti degli israeliani che dei palestinesi. Abbiamo cercato una soluzione spostando il piano della riflessione. Pensiamo che occorra creare uno spazio dove generare una ripartenza attraverso un compromesso “dinamico”. La creazione di nuove regole consente la creazione di un nuovo “gioco” che permette al sistema di evolvere, come insegna la teoria della complessità”.

“Per questo motivo mi auguro che la collaborazione con Rondine diventi un’occasione di dinamismo anche per la politica, che non può stare ferma su posizioni conflittuali, ma si deve necessariamente fare portatrice di un messaggio di pace e di dialogo”, le parole in chiusura del Sindaco De Toni.