Intitolare una via a Shimpei Tominaga: la proposta dopo la tragedia a Udine

La proposta di Salmé: intitolare una via a Shimpei Tominaga.

Intitolare una via a Shimpei Tominaga, l’imprenditore morto dopo quattro giorni di agonia a causa dell’aggressione subita per aver tentato, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, di sedare una rissa in centro a Udine.

La proposta arriva dal consigliere comunale di Liberi Elettori-Io Amo Udine, Stefano Salmé che chiede una deroga alle norme (che per l’intitolazione richiedono che una persona sia scomparsa da almeno dieci anni) “come atto di gratitudine al suo eroico senso civico e a ricordo perenne“.

Il presidente del gruppo consiliare, però, non si limita a quello e propone una ricetta per la sicurezza diversa dai provvedimenti presi dalla giunta De Toni: “La situazione di insicurezza in cui versa la città è il prodotto di decenni di demagogia sul fronte dell’immigrazione. Pensare adesso di risolvere il problema con ordinanze contingibili, sotto la pressione di un’opinione pubblica giustamente insofferente, è comprensibile ma destinato al fallimento“.

Le proposte di Salmè.

“La competenza della tutela della sicurezza pubblica è in capo al governo nazionale; il ministro Piantedosi, come già denunciato dai sindacati di Polizia, prenda atto della grave carenza di personale della questura di Udine e garantisca quell’iniezione di personale utile a fronteggiare l’emergenza sicurezza in città” dice il consigliere comunale.

Per quanto invece riguarda le competenze dell’amministrazione comunale, Salmé chiede l’adozione di misure “necessarie e giuste: l’ordinanza firmata dal sindaco De Toni non soltanto risulta essere un palliativo rispetto alla domanda di sicurezza che arriva dalla popolazione, ma finisce per colpire proprio quegli esercenti pubblici che, non solo sono le prime vittime del clima di insicurezza, ma che sono oltre tutto le prime sentinelle di legalità sul territorio. Vietare il consumo di alcolici nel solo Borgo Stazione crea uno stigma non condivisibile. Le inevitabili frizioni che nasceranno dall’applicazione dell’ordinanza saranno pagate dagli esercizi commerciali con sanzioni, sospensioni e chiusure, esattamente come nel passato”.

“La nostra proposta va esattamente nella direzione opposta: l’amministrazione comunale istituisca un fondo ad hoc per aiutare gli esercizi commerciali ad assumere personale di sicurezza nei fine settimana. L’insieme degli addetti alla sicurezza dei diversi locali costituiranno, di fatto, una “rete di sicurezza” che si aggiunge a quella garantita dalle forze di polizia e miglioreranno anche la cosiddetta percezione di sicurezza”.

“Venga previsto, almeno nei fine settimana, un turno notturno (dalle 22.00 alle 4.00) della nostra Polizia Locale, attingendo dallo straordinario programmato in orario notturno. Se la Legge Regionale impedisce questo (servono 150 agenti in organico), si agisca su Trieste per una deroga che consenta alla Capitale del Friuli di agire in autonomia. Si preveda, per la città di Udine, un numero chiuso per richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati, proporzionato al numero di abitanti e all’organico di Polizia della Questura di Udine”.