Tre neodottori del corso di Ingegneria Industriale per la sostenibilità ambientale.
All’Ateneo friulano proclamati i primi tre laureati del corso triennale in Ingegneria industriale per la sostenibilità ambientale. A discutere con successo la propria tesi, mercoledì pomeriggio, nell’auditorium della nuova biblioteca del polo scientifico dei Rizzi, sono stati Luca Cudia, Nicola D’Andrea e Lorenzo Pitton. Al rettore Roberto Pinton, presidente della Commissione di laurea, il compito della proclamazione, accolta dagli applausi dei famigliari e amici dei neodottori. Alla cerimonia era presente anche il delegato per la Didattica, Agostino Dovier.
Chi sono i neolaureati.
Luca Cudia, di San Vito al Tagliamento, ha discusso la tesi Torrefazione di caffè: studio di impatto ambientale, con relatrice Carla De Leitenburg e correlatrice Marta Rumayor Villamil. Ha sviluppato il suo lavoro nel corso di un periodo Erasmus all’Università della Cantabria (Santander, Spagna).
Nicola D’Andrea, di Rigolato, ha discusso l’elaborato Impianti di abbattimento emissioni per centrali di produzione di energia da biomasse legnose, con relatrice Marina Campolo.
Lorenzo Pitton, di Palazzolo dello Stella, ha presentato la tesi Cattura della CO2 in post-combustione mediante solidi adsorbenti funzionalizzati con azoto, con relatrice Marina Campolo.
“Congratulazioni ai tre neodottori, che hanno affrontato temi di grande attualità, come la decarbonizzazione e la transizione ecologica/energetica – afferma il rettore Roberto Pinton -. Il Corso di laurea triennale in Ingegneria industriale per la sostenibilità ambientale, del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura, è stato avviato nell’a.a. 2020/21 con l’obiettivo di formare tecnici laureati che possano essere figure di riferimento nella gestione della transizione verde delle aziende. Ingegneri junior capaci di innovare, con impianti, processi, pratiche di gestione orientate all’eco-efficienza e alla sostenibilità ambientale: esigenze sempre più pressanti per il sistema produttivo”.
“La formazione offerta – spiega il coordinatore del Corso, Alessandro Trovarelli – consente agli studenti di sviluppare una capacità di lettura e interpretazione del contesto ambientale quale premessa per ideare, supportare la progettazione e implementare soluzioni ingegneristiche eco-compatibili e sostenibili. La conoscenza dei processi di trasformazione si estende dai singoli stadi alle loro interconnessioni, dalle materie prime ai prodotti finiti, dalla quantificazione alla mitigazione degli impatti, e il tutto è legato alla comprensione dei vari aspetti economico-gestionali. Sono competenze strategiche per le aziende, richieste in misura crescente dal mondo del lavoro”.
I settori di impiego dei laureati spaziano dall’industria manifatturiera e di trasformazione (chimica, petrolchimica, farmaceutica, biotecnologica, energetica, meccanica, metallurgica, ecc.) alle società ed enti pubblici e privati che si occupano di certificazione di qualità ambientale, sicurezza ambientale e industriale, monitoraggio e controllo ambientale. E ancora, dalle aziende che gestiscono impianti e infrastrutture di trattamento delle acque, delle emissioni in atmosfera e dei rifiuti solidi, agli studi professionali di ingegneria.
Il percorso didattico può proseguire con la magistrale in Ingegneria gestionale, percorso “Environmental sustainability”, e, a partire dall’anno accademico 2023/24, con la nuova Laurea magistrale in “Industrial engineering for sustainable manufacturing” pensata appositamente per completare la formazione degli ingegneri industriali per la sostenibilità ambientale.