Il caso in Fvg.
Rimasta incinta mentre lavorava alla tesi per un dottorato di ricerca in Scienze dell’Ingegneria energetica e ambientale, con le complicazioni accompagnate alla gravidanza aveva chiesto una proroga del termine di consegna dell’elaborato. L’Università di Udine, però, gliel’aveva negata e la discussione, tenutasi lo scorso aprile in modalità telematica a causa del Covid, finisce in una bocciatura. Ha destato scalpore questa vicenda di ingiustizia raccontata del Messaggero Veneto.
Secondo il quotidiano, la cittadina pakistana residente in Friuli, che di quel titolo ha bisogno anche ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno in Italia per motivi di studio, ha deciso di impugnare il provvedimento davanti al Tribunale amministrativo regionale del Fvg. I giudici le hanno ora dato ragione: l’ateneo di Udine, responsabile di “eccesso di potere nella valutazione in sede di esame finale, per contraddittorietà, ingiustizia manifesta e violazione del principio di buona fede nei rapporti tra amministrazione e privato”, dovrà concederle un nuovo termine semestrale per correggere e perfezionare il proprio progetto.
La sentenza, depositata nei giorni scorsi dal collegio presieduto dal giudice Oria Settesoldi, ha accolto quindi la richiesta della candidata e annullato la determinazione con cui la commissione aveva ritenuto di non conferirle il titolo.