Università di Udine cerimonia anche nella lingua dei segni.
E’ stato inaugurato oggi il 45esimo anno accademico dell’Università di Udine, nel corso di una cerimonia che, per la prima volta, è stata tradotta anche nella lingua dei segni.
“Vogliamo rappresentare una istituzione il cui ruolo, autonomo e disinteressato, sia riconosciuto come riferimento per la società – ha detto il rettore Roberto Pinton -, e che sia un volano per contribuire alla crescita civile, culturale, economica e sociale del territorio”. All’evento ha partecipato, a distanza, il ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini. Presente in sala, fra gli altri, anche il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
“Stiamo lavorando per un accesso sostenibile al corso di laurea in Medicina e chirurgia – ha annunciato il ministro Bernini – basato sull’allargamento del numero di test, che saranno quattro nei due anni precedenti l’accesso all’università. Ma non ci sarà un accesso indiscriminato. Inoltre non ci sarà più la parte di test riguardante la cultura generale. Stiamo investendo sull’edilizia universitaria e anche sull’housing per gli studenti mettendo risorse aggiuntive”.
La cerimonia è stata scandita, oltre che dalla relazione del rettore, dai contributi dei rappresentanti del corpo studentesco, Francesca Corte, e del personale, Lionello Fabris. Per le istituzioni, sono intervenuti, oltre al ministro competente, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il sindaco di Udine, Pietro Fontanini. La lectio magistralis è stata tenuta dal direttore scientifico dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, Enrico Giovannini, mentre la prolusione è stata pronunciata da Daniele Morandi Bonacossi, docente dell’Ateneo friulano.
“Il coraggio è lo stesso valore che ha determinato la nascita dell’Ateneo – ha detto Pinton –, il suo sviluppo e ciò che oggi ci permette di guardare al futuro. L’Università di Udine sta guardando con coraggio e senso di responsabilità alle grandi trasformazioni in atto, per essere sempre più luogo dove gli studenti e le studentesse partecipano alla costruzione del loro futuro contribuendo così alla crescita civile, culturale, economica e sociale del territorio e del nostro Paese”.
Le novità
Nel corso della cerimonia sono state annunciate anche alcune novità, tra cui quelle riguardanti la didattica, con tre nuovi corsi di studio, uno triennale e due magistrali, in partenza dall’anno accademico 2023/24, dopo la fase di accreditamento ministeriale. Si tratta della laurea triennale in Scienze dell’educazione, che raccoglie le richieste del territorio e completa la filiera già consolidata delle scienze della formazione. La laurea magistrale in Industrial engineering for sustainable manufacturing completa il percorso di primo livello sull’ingegneria industriale per la sostenibilità ambientale. E il corso di laurea magistrale in Cittadinanza, istituzioni e politiche europee che mira alla proiezione internazionale dei laureati in ambito giuridico.
Grazie ai finanziamenti del Pnrr, inoltre, l’Ateneo può contare su 47 nuovi ricercatori: 17 in fase di assunzione che si aggiungono ai 30 recentemente reclutati; la stessa fonte di finanziamento ha anche permesso di creare 44 posti con borse di studio sui 116 complessivi per i 15 corsi di dottorato in cui è coinvolta. L’Uniud Lab Village, inoltre, avrà due nuovi laboratori che si aggiungono ai 31 attuali: sono il Laboratorio di ingegneria industriale per la sostenibilità ambientale e il Media-Lab, dedicato alla produzione multimediale e allo storytelling digitale. Di prossima attivazione è il centro di ricerca clinica traslazionale del Dipartimento di Area medica, accanto all’ospedale di Udine. Può contare su oltre 10.000 metri quadrati destinati a laboratori, aule, studi.
Il “nodo” medicina
Tra i vari interventi, quello del sindaco Fontanini che ha posto l’accento ancora una volta sulla necessità di raddoppiare i numeri messi a disposizione per poter accedere al dipartimento di Medicina, “una questione di principio – ha detto il primo cittadino -, che oggi assume tuttavia un significato nuovo e decisamente più pratico a causa delle gravi difficoltà che le aziende sanitarie del nostro territorio costantemente riscontrano nel reperire il personale medico, con conseguente allungamento delle liste d’attesa e la necessità di ricorrere sempre più spesso a convenzioni con privati, tanto legittime quanto indicative delle difficoltà del sistema di garantire al cittadino il diritto per eccellenza, quello alla salute”.