Un gruppo per contrastare i reati legati al Codice rosso.
E’ stato presentato ieri a Udine il Nucleo interforze – costituito da esponenti dei Carabinieri e della Polizia di Stato che svolgono attività di polizia giudiziaria – da parte della Procura della Repubblica di Udine. L’intento è quello di contrastare i reati legati al Codice rosso, la specifica normativa che affronta e contrasta quel fenomeno, sempre più drammatico e preoccupante, che attiene alla violenza di genere.
“L’istituzione del Nucleo interforze di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Udine è un’attività meritoria che deriva da uno sforzo importante da parte dell’amministrazione della Giustizia sul fronte del contrasto ai reati legati al Codice rosso, in particolare quelli riguardanti la violenza di genere e i maltrattamenti in famiglia – ha commentato l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Ricccardi – . Per questo la Regione, come dimostrato anche con l’accordo che mette a disposizione H-24 un pool di psicologi per il supporto negli interventi degli investigatori nei casi di violenza di genere e reati all’interno della famiglia, continuerà a essere al fianco dell’autorità giudiziaria, mettendo a disposizione tutta la collaborazione possibile nella lotta a un fenomeno sempre più preoccupante“.
Fenomeni quali i maltrattamenti in famiglia, le violenze sessuali, lo stalking e il revenge porn, sono reati la cui capillarità investe ogni fascia d’età, ma con sempre maggior allarmante presenza nella fascia adolescenziale. Il nuovo nucleo investigativo interforze – come ha spiegato il Procuratore di Udine, Massimo Lia – si occuperà a tempo pieno dei reati legati al Codice rosso e costituirà una sorta di “braccio operativo” del pool di magistrati che si sono specializzati nella materia.
“L’accordo siglato circa un anno fa e primo in Italia – ha ricordato Riccardi, a margine della cerimonia – tra l’Asufc e la Procura di Udine per la messa a disposizione di un pool di psicologi che siano di supporto ai magistrati e alle forze dell’ordine nei casi in cui serva intervenire a protezione delle vittime di violenza, sta dando buoni risultati. Se si considera che i dati più recenti ci dicono che, sul territorio, quasi l’80 per cento di questi fenomeni accadono in ambiente familiare, si comprende quale sia il livello di tensione e di rischio rispetto ai reati considerati dal Codice rosso. Il supporto che può dare, in una materia così complicata e delicata, la competenza degli psicologi è decisamente importante nelle fasi in cui le vittime vanno tutelate”.
“La collaborazione proseguirà – ha aggiunto l’assessore regionale – anche rispetto all’attività, ugualmente importante, che dobbiamo continuare a portare avanti con gli Ambiti socio sanitari e quindi con i Comuni, rispetto al lavoro di costruzione di una rete; quest’ultima già esiste ma, vista la diffusione del fenomeno va implementata, consentendo di individuare adeguati dei luoghi protetti per le persone che subiscono le conseguenze dei reati. Questi individui, soprattutto nelle fasi dell’emergenza delle indagini iniziali, hanno bisogno di alloggi protetti per essere salvaguardati”.