La laurea conferita dall’Università di Udine a Giuseppe Jogna.
Per il suo contributo all’istituzione delle lauree professionalizzanti, le capacità dimostrate e le opere realizzate l’Università di Udine oggi ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Ingegneria gestionale a Giuseppe Jogna. Il massimo riconoscimento accademico era stato proposto dal Dipartimento politecnico di ingegneria e architettura.
Originario di Forgaria del Friuli, Jogna è stato fra i principali fautori delle lauree ad orientamento professionale istituite con il Decreto ministeriale n.446 del 2020. Un obiettivo che lo aveva impegnato con il Consiglio nazionale dei periti industriali a sostegno dell’azione della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e dell’allora suo segretario generale, Alberto Felice De Toni, in quel periodo rettore dell’Ateneo friulano. Una tenace azione dovuta anche alla profonda conoscenza di Jogna del settore delle professioni tecniche, con più di 50 anni di impegno nei ruoli di rappresentanza dei periti industriali e dei periti industriali laureati. In particolare, come presidente dei periti industriali italiani per quasi 20 anni e, per dieci, dell’ente di previdenza dei periti, che ha contribuito a fondare.
La cerimonia ha visto gli interventi iniziali del prorettore, Angelo Montanari, che ha portato anche i saluti del rettore, Roberto Pinton; del direttore del Dipartimento, Alessandro Gasparetto, e del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei periti industriali, Giovanni Esposito. Al termine è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Pietro Mauro Zanin.
Il messaggio del rettore
“Giuseppe Jogna – ha detto nel suo messaggio il rettore Roberto Pinton –, è la quintessenza del portatore di valori fondamentali della sua terra natia, il Friuli, quali la passione per il lavoro, lo sviluppo delle competenze e la promozione sociale. È un modello lungimirante per la sua azione a sostegno di un’educazione come forma di progresso civile di un territorio. Rappresenta un caso esemplare di impegno professionale e di rappresentanza istituzionale da presentare con orgoglio ai nostri studenti. In particolare – ha sottolineato Pinton –, per il rilevante contribuito dato all’istituzione delle lauree a orientamento professionale, assicurando una fruttuosa interazione tra il Ministero dell’università e della ricerca, il Consiglio nazionale della categoria e la Conferenza dei rettori”.
La lectio
Jogna, nella sua lezione magistrale, intitolata “Si apre una porta per il futuro dei tecnici”, ha innanzitutto incitato i giovani a studiare. Ha spronato i giovani “che oggi hanno tante opportunità”, a “non trascurare la possibilità di appagare le proprie curiosità e formarsi al meglio, secondo le proprie inclinazioni”. E, facendo riferimento all’Università di Udine, ha ricordato come “anche i ragazzi del mio paese, ora, possono disporre di una prestigiosa università, a portata di mano, fortemente voluta dal popolo friulano, con l’avallo della spinta per la rinascita a seguito del terremoto, che in poco più di quarant’anni ha raggiunto uno sviluppo e un prestigio ampiamente riconosciuti”.
“I veri riformisti si distinguono fra chi pensa al futuro e chi solo al presente“. Questo il principio che ha guidato Jogna durante tutta la sua vita, in particolare durante il percorso di rappresentanza istituzionale della categoria. Soprattutto nella sua battaglia più rivoluzionaria, la nascita delle lauree professionalizzanti. Un successo che, ha sottolineato, “ha potuto contare sulla prorompente azione dell’allora segretario generale della Crui (ndr. Alberto Felice De Toni), organismo che riunisce i rettori d’Italia, che tanto si è speso per questa soluzione: credo di poter affermare che fu il vero promotore”. I periti industriali e periti industriali laureati, ha ricordato, “sono profondamente riconoscenti a De Toni, che li ha sempre apprezzati e onorati della sua amicizia”.
La laudatio
Dedicata a “La tempra di un uomo progettista e costruttore del futuro”,la laudatio è stata pronunciata da Alberto Felice De Toni. Jogna, ha raccontato il laudatore, “ha speso una vita con e per i periti industriali. Una vita iniziata in un Friuli devastato dalla guerra, in una famiglia popolare con il padre emigrato all’estero per sostenere la famiglia, con il sogno di studiare impegnando ogni risorsa e distinguendosi come migliore studente ogni anno nella scuola serale”.
De Toni ha evidenziato la capacità del neo laureato honoris causa di “guardare lontano, di leggere il contesto, di essere paziente e al tempo stesso determinato, come quelli che sono stati educati a non mollare mai”. Jogna, secondo De Toni, “è stato capace di vedere e aprire molte porte del futuro dei tecnici, guidando cambiamenti impetuosi, con ottimismo nei momenti più bui e un’ostinata caparbietà in quelli più difficili, nella convinzione, come scrive nei sui libri, che il momento più buio della notte è quello che precede l’alba”.
Gli indirizzi di saluto
“Giuseppe Jogna è stato il precursore di un’età nuova per quanto riguarda il rapporto fra la formazione tecnica e quella ingegneristica universitaria – ha evidenziato il direttore del Dipartimento politecnico di ingegneria e architettura, Alessandro Gasparetto –. Si può dire che la sua azione abbia creato un ponte fra questi due mondi che tradizionalmente occupavano ambiti distinti e comunicavano in maniera limitata. Il suo impegno per la nascita delle lauree professionalizzanti ha consentito all’ingegneria di ampliare i suoi ambiti al di là dei propri confini tradizionali e, all’intero sistema universitario italiano, di raggiungere modelli virtuosi a livello europeo, fra cui quello tedesco, rendendolo in questo modo più idoneo ad affrontare le sfide competitive che questa epoca ci propone”.
Alla cerimonia ha preso la parola anche il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei periti industriali, Giovanni Esposito. “Giuseppe è stato soprattutto uno dei pionieri, quando forse nessuno di noi ancora poteva immaginarselo, del principio secondo il quale il professionista tecnico, quindi il perito industriale, doveva essere laureato – ha spiegato Esposito –. L’ennesima battaglia per la categoria forte di quel principio europeo secondo il quale per esercitare una professione intellettuale era necessario possedere una laurea almeno triennale“. Questo conferimento, ha concluso Esposito, “rappresenta il degno riconoscimento di una vita spesa per la categoria dei periti industriali e per il suo prestigio. Caro Giuseppe questa laurea è tua, ma è la laurea di tutti noi periti industriali”.