Calato il sipario sull’Adunata degli Alpini a Udine.
Dopo giorni di pioggia pressoché continua, oggi si è fatto rivedere il sole (qualcuno ha detto che “è l’ultimo regalo degli alpini a Udine”), ma a tanti udinesi e friulani è rimasta la nostalgia: le bandiere lungo le strade della città ci sono ancora, ma è calato il sipario sull’Adunata e le penne nere se ne sono andate.
E così dopo quattro giorni di allegria, canti, fanfare, camper e accampamenti in ogni angolo della città, ora Udine sembra quasi vuota. Cosa resta, il giorno dopo, del grande raduno? Resta la grande visibilità che ha avuto il capoluogo friulano, con tutte le ricadute promozionali del caso, grazie anche alle dirette dalla sfilata.
Resta anche una notevole ricaduta economica, stimata originariamente in circa 100 milioni di euro. Certo, non per tutti i bar e i locali l’adunata è stata l’occasione che ci si attendeva: il centro ha sicuramente avuto il vantaggio maggiore mentre, anche a causa della pioggia battente, per gli stand e i pubblici esercizi anche poco più esterni al cuore cittadino l’impatto è stato forse minore rispetto alle aspettative, ma per i conti ufficiali ci vorrà ancora qualche giorno.
Alcuni numeri sull’Adunata degli Alpini a Udine.
Intanto le prenotazioni nelle strutture ricettive: praticamente da tutto esaurito, con ospiti deviati addirittura verso le località balneari. Certo, qualche disdetta c’è stata (sempre colpa della primavera capricciosa), ma le presenze sono state quelle di un grandissimo evento, basti pensare che solo ieri, domenica, hanno sfilato tra le 70 e le 80 mila penne nere. Il totale dell’affluenza, però, è rimasto probabilmente sotto il mezzo milione di persone preventivato.
Eppure, chi oggi ha camminato per la città, l’ha trovata ben più pulita di come ci si aspetterebbe dopo un simile afflusso. La Net ha infatti messo in campo un piano straordinario per l’Adunata, con un potenziamento di uomini e mezzi: probabilmente, la raccolta finale supererà le 200 tonnellate di rifiuti (contro i circa 150 di Friuli Doc).
Per quanto riguarda le richieste di soccorso, la Sores ha gestito 250 interventi a cui si aggiungono gli accessi spontanei nei veri punti medici allestiti. Nella maggior parte dei casi si è trattato di piccoli traumi (come quelli legati ad accidentali cadute) o di malori (come difficoltà respiratorie), ma ci sono anche stati alcuni casi di abuso d’alcol. In campo, c’erano 400 sanitari.
Se questi sono i numeri dell’organizzazione, non è difficile immaginare come vi si possano aggiungere quintali di mortadelle spazzolati in pochi giorni; salami, salsicce e formaggi consumati e fiumi di vino e birra, per quanto riguarda il lato più goliardico e festoso dell’evento.
Alla fine, però, ciò che rimane di questa Adunata è anche il rinsaldarsi di un rapporto, che è sempre stato stretto, quello di fratellanza tra i friulani e gli alpini: un affetto dimostrato dai tanti messaggi sui social di reciproci ringraziamenti, di gratitudine, di affetto. Nella speranza che, per rivedersi, non si debbano attendere altri 27 anni.