Il parere sul coprifuoco del Black Stuff di Udine.
“Ci reinventeremo e riapriremo. Ma in questo modo si perde lo spirito del pub”. Parola di Giovanni Pigani, titolare del Black Stuff di Udine, il locale di via Gorghi dove una buona pinta di birra si è spesso mescolata, in passato, con musica di qualità.
La conferma del coprifuoco alle 22 anche per i prossimi mesi contenuta nel nuovo decreto – anche se il governo si è detto disposto a un passo indietro se la situazione contagi lo consentirà – è una tegola pesante. “Nella mia stessa situazione ci sono anche altri locali – evidenzia Pigani -, con la chiusura alle 22 si perdono minimo quattro ore di lavoro. Per noi sarà necessario cambiare qualcosa”.
Come si muoverà? L’apertura alle 11, intanto, “e poi proporremo un’offerta in stile inglese e irlandese, con la nostra cucina e gli hamburger per poter lavorare anche a mezzogiorno. L’aperitivo, invece, non è il nostro”.
Secondo Pigani, ci sono troppi “figli e figliastri”. L’imprenditore sottolinea che “con i codici Ateco e le licenze unificate si penalizzano attività come la mia, perché viene equiparata a una caffetteria o un bar con dinamiche diverse da quelle del Black Stuff. Noi – conclude Giovanni – di fatto non potevamo lavorare, loro sì. È un’ingiustizia”.