La prima serata di Friuli Doc.
Le prime code si formano già subito dopo il taglio del nastro. Ci sono i tornelli, quest’anno, a regolare gli accessi al Friuli Doc 2020 e saltare i controlli è praticamente impossibile. Lo staff spiega diligentemente come scaricare l’app Eilo, il lasciapassare per questa edizione, inquadrare il QCode che convalida l’accesso e misurarsi la temperatura con il termoscanner. Non tutti riescono a seguire la procedura in maniera facile e qualcuno s’innervosisce, ma questo, si sa, è il bello della diretta.
Superati i tornelli, altrimenti detti Safe Box, si ha l’impressione di entrare in uno spazio parallelo, dominato dall’ordine e da un rumore educato. Nulla di quello che ci ricordiamo dei Friuli Doc precedenti. Il dogma della sicurezza ha trasformato la manifestazione in una festa più sobria e computa. Gli stand sono spaziosi, ma ci si siede ai tavoli per ordinare. Nessun assembramento ai banconi, niente code chilometrice.
È scomparsa la sagra è nato un grande ristorante all’aria aperta. Ma non per questo manca il senso di convivialità e la friulanità. Le eccellenze ci sono tutte: il frico, i salumi, la pezzata, il pesce. Ci si siede nei tavoli spaziosi e si attende il cameriere. Grande attenzione al distanziamento, ovunque e chi aveva paura che fosse impossibile da rispettare, nella prima serata dell’evento si deve ricredere. Il Friuli Doc rappresenta forse davvero un nuovo modello di stare insieme.