Due giovani calciatori non curati il 2 giugno.
Una partita di calcio, uno scontro maldestro e due brutte fratture per due ragazzi che giocavano. Un incidente che può capitare, ma che si aggrava quando i due giocatori non trovano nessuno che li curi perché è festa. È successo il 2 giugno a San Vito al Torre, provincia di Udine, e la denuncia arriva direttamente dai genitori dei due ragazzi tredicenni, che si sono rivolti al consigliere regionale del Gruppo Misto Walter Zalukar, per rendere pubblico quello che è successo.
L’inizio del calvario.
Il calvario è iniziato alle ore 20 durante un incontro di calcio, il giorno della Festa della Repubblica. I tredicenni si scontrano, cadono a terra. Si pensa subito a delle fratture piuttosto serie: quella alla clavicola per uno e alla caviglia per l’altro. I presenti chiamano il 118, arriva l’ambulanza della croce rossa, e i due ragazzini vengono portati al pronto soccorso dell’ospedale di Palmanova. Arriva il primo problema: né la radiologia né l’ortopedico sono operativi. Il consiglio che arriva direttamente dal pronto soccorso è quello di andare a Latisana solo per eseguire le radiografie, con le quali dovranno ritornare il giorno successivo per il consulto ortopedico.
Nel frattempo, i ragazzi non ricevono la visita di alcun medico, l’unica assistenza arriva dalla somministrato paracetamolo 1000 per calmare i dolori. A quel punto i genitori tentano l’ultima carta: chiamare l’ospedale pediatrico Burlo, a Trieste. Ma anche da questo centro ospedaliero arriva la brutta notizia. Possono venire sì, ma il giorno successivo. Il motivo è lo stesso: mancano sia il radiologo che l’ortopedico. Alla fine, per evitare ulteriori spostamenti, e aggravare i danni, entrambi i ragazzi sono stati portati a casa. E il giorno dopo, quando negli ospedali i reparti di ortopedia e radiologia sono tornati attivi, sono arrivate le diagnosi per entrambi i tredicenni. Frattura di tibia e perone per un ragazzo, mentre il compagno ha avuto la conferma della frattura alla clavicola.
Lo sfogo dei genitori.
“Paradossale come in un giorno festivo o di notte non puoi curarti o accertare e trattare una frattura, ma puoi andar a comprarti una maglietta“, si sfoga in una lettera aperta il genitore di uno dei due ragazzi. “E lo sappiamo tutti che non è una situazione di oggi, ma che si protrae da lungo tempo. Eppure nulla è stato fatto. Sia chiaro che le responsabilità non possono essere ascritte a chi lavora, al personale ostaggio di decisioni calate dall’alto ed a cui va la nostra solidarietà.”